Silvia Romano, dopo 18 giorni e i tanti “like” a islamisti e predicatori radicali su Facebook, almeno una parola agli italiani poteva dirla….

By Lucia Gallo (per ith24)

Sono trascorsi 18 giorni dal ritorno in patria di Silvia Romano, la giovane cooperante rapita in Kenya e rilasciata dopo 18 mesi di prigionia.

Dal suo ritorno, per carità, non vorremmo sembrare insensibili sulla sofferenza della giovane milanese, anche perché non siamo in grado di immaginare quelle sofferenze. Però ci sembra che il suo ritorno sia apparso più come da star che come una ragazza che torna dopo 18 mesi di sofferenze.

Le prime parole usate da Silvia, appena atterrata a Ciampino, sono state: mi hanno trattato bene. Sono serena psicologicamente. Sto bene. Ma oltre a dirci del suo abbraccio alla fede islamica, Silvia si è chiusa a riccio. Non una intervista o una parola su quanto realmente accaduto. Anzi.

Da un’attenta analisi del profilo Facebook di Silvia Romano, si sono notate ben 16 dei 21 “like” cliccati dall’utente a personaggi di matrice islamica, tra cui una pagina con contenuti estremisti e ben tre predicatori radicali e controversi. Presente anche l’ambito dell’islamismo politico attivo in Italia.

A prescindere dal riscatto pagato, e dalle sue ideologie attive, la Romano dovrebbe almeno cercare di dare qualche spiegazione in più anche a chi ha sofferto il suo rapimento e gioito per il suo rientro.

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