Sì torna alla normalità, e 500 mila infetti si aggirano tra le nostre vie, piazze e spiagge. Pregliasco avvisa: probabile la quarta ondata. Ma intanto le vaccinazioni grazie al Generale Figliuolo proseguono a ritmo battente

Le vaccinazioni anti Covid procedono a gonfie vele. I contagi e i decessi, così come i ricoveri ospedalieri, stanno diminuendo dopo un autunno a dir poco complicato. La terza ondata è ormai evaporata come neve al sole, e l’Italia, preparandosi a un’estate di graduale normalità, inizia finalmente a vedere la luce in fondo al tunnel.

Anche se al momento la situazione epidemiologica in tutto il Paese sembra esser tornata sotto controllo – e sotto il livello di guardia – c’è chi non ha alcuna intenzione di rilassarsi. Esperti e virologicontinuano a sottolineare come il pericolo rappresentato dal Covid sia ancora dietro l’angolo, pronto a inghiottire nuovamente l’intero Stivale. Non solo: se oggi gli italiani possono tirare un sospiro di sollievo il merito è tutto dei sacrifici (termine abusato allo sfinimento) effettuati negli ultimi mesi, tra chiusure e zone rosse.

Adesso che l’Italia sta finalmente rialzando la testa, che molte attività commerciali hanno ripreso a lavorare, che le persone sono tornate a programmare le loro vite, filtra un nuovo messaggio: le riaperture potrebbero riaccendere il virus. Il motivo è semplice, e lo ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco in una dettagliata intervista rilasciata al quotidiano La Stampa: “In giro ci sono almeno 240 mila positivi accertati, che potrebbero essere anche il doppio”.

Considerando che, secondo i dati ufficiali aggiornati al 2 giugno, sono stati fin qui somministrati quasi 35.5 milioni di vaccini – con il 22.66% della popolazione interamente coperta dal ciclo vaccinale -, il rischio è che gli infetti ancora “a piede libero” possano rappresentare una minaccia per i tanti ancora non immunizzati. “Mezzo milione di infetti continuano a rappresentare un pericolo per chi non è ancora vaccinato e, in ogni caso, mantengono alta la catena dei contagi”, ha commentato Pregliasco, citando anche l’esempio dell’Inghilterra e del possibile ruolo svolto dalle varianti Covid.

Il virologo non è preoccupato per ciò che accadrà nei prossimi mesi ma, al tempo stesso, non se la sente di affermare che è tutto finito. Certo, grazie alle vaccinazioni ci saranno meno ricoveri e morti, ma guai ad abbassare la guardia. Perché all’orizzonte potrebbe presto materializzarsi una fantomatica quarta ondata. “La vita all’ aperto ci protegge dal virus più del previsto, ma pian piano il contagio si diffonde. Sarebbe importante in questa fase rilanciare il tracciamento per contrastare e monitorare meglio la diffusione del virus”, ha aggiunto Pregliasco.

Come sempre non ci sono certezze assolute. Pare, tuttavia, che il virus possa essere in grado di restare endemico per almeno due o tre anni. In tutto questo sarebbe necessario incrementare il numero di tamponi e migliorare il tracciamento, nonché vaccinare quante più persone possibile. Ricordandoci che la quarta ondata  è “il colpo di coda di cui siamo in attesa” perché “il virus rimarrà tra noi, ma con conseguenze minori grazie ai vaccini”. Il messaggio appare comunque chiaro: è ancora presto per abbassare la guardia. Esagerazione o previsione concreta?

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