Sgarbi prende a pesci in faccia Di Maio: “Sei uno scalda sedie inutile. Erdogan ci insulta e tu stai zitto”

“Nulla ha da ridire quell’inutile scalda sedie del ministro degli Esteri Di Maio nei confronti del presidente turco Erdogan che ha definito le dichiarazioni del nostro presidente del Consiglio Draghi “indecenti e maleducate”?. Questo il tweet molto polemico di Vittorio Sgarbi. Dal  ministro degli Esteri, Luigi Di Maio neanche una parola sulla polemica  delicata e scottante scaturita dalle parole irricevibili del presidente turco Erdogan, nei confronti del premier Mario Draghi. Ci siamo sentiti dare una “lezione” di democrazia dal tiranno turco e l’inquilino della Farnesina è stato a guardare.

Per questo Sgarbi non può che criticare l’immobilismo del grillino della Farnesina che – secondo le indiscrezioni di Dagospia  e di altre fonti bene informate,  sarebbe ridotto a una presenza soltanto simbolica. Perché il vero ministro degli Esteri italiano sarebbe Mario Draghi in persona. Secondo il sito www.businessinsider.com, infatti, il premier avrebbe riconfermato Di Mario agli Esteri solo per avere un “paravento” e operare in totale autonomia. Perché l’aspirazione del presidente del Consiglio sarebbe quello di assumere la  leadership europea. Approfittando del declino della Merkel.

Si spiegherebbe così la disinvoltura con cui Draghi ha definito “dittatore”  il leader turco Erdogan; dopo l’imbarazzante caso del “sofagate” di Ankara: con la presidente della commissione Ursula Von Der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles  Michel. La diplomazia turca sta chiedendo senza mezzi termini che quelle dichiarazioni vengano «immediatamente ritirate», anche se forse si accontenterebbe di una telefonata di scuse. “Le scuse tuttavia non arriveranno – si legge in un retroscena de La Stampa- se si guarda alla linea assunta dal governo italiano nei confronti della Turchia. Non da ieri, ma almeno dall’ ultimo Eurosummit del 25 marzo scorso:  quando Draghi ha duramente criticato lo stato di diritto turco e l’ uscita dalla Convenzione di Istanbul”. Da tutto questo scenario complesso Di Maio si è eclissato.

Insomma, Draghi- secondo la sintesi di Dagospia-  avrebbe mandato un segnale: la volontà di  guidare lui una sorta di  nuova Reinassance europea nel contesto internazionale. In questo, confidando nella sponda del presidente usa Biden. “Oltre agli americani, tradizionalmente su questa posizione, il premier Draghi incontra il sostegno dell’ opinione pubblica. Oltre che dell’ intero arco parlamentare italiano – ostile alla Turchia in chiave anti-islamica a destra; e filo-curda a sinistra. Incassando anche il sostegno del Ppe, che con Manfed Weber ha dichiarato: «Con la Turchia meglio parlare chiaro e togliere dal tavolo la procedura di allargamento dell’ Unione».

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