Separazione delle carriere, Sisto epocale: “chi accusa e chi giudica non possono avere la stessa genesi”

«Il cantiere della riforma della giustizia è già aperto. Al Ministero abbiamo svolto alcune riunioni sull’abuso d’ufficio e sul traffico di influenze: raccolte le idee, a breve presenteremo delle proposte. Ma sappiamo che la riforma non può essere solo normativa: servono anche interventi strutturali sull’edilizia e sul personale». Così a Sky Tg24 il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che poi sulla separazione delle carriere ha osservato: «È un tema importante, che è stato anche oggetto di una consultazione referendaria. Si tratta di applicare la Costituzione, che disegna un processo in cui il giudice abbia la stessa distanza dalla difesa e dall’accusa. Questo significa che chi accusa e chi giudica non possono avere la stessa genesi. Sulla separazione delle carriere, fra le tante critiche, forse troppe, c’è anche chi l’ha definita “anacronistica”: non penso sinceramente che la Costituzione possa essere considerata fuori moda o superata».

«Qualsiasi intervento sulle intercettazioni non sottrarrà un’oncia all’attività dei pm nelle indagini più delicate, come quelle su mafia e terrorismo. Non c’è alcuna furia “iconoclasta” tesa a distruggere simboli e strumenti delle indagini: ci si muove esclusivamente nell’ambito della Costituzione. Per coordinare la normativa delle indagini con i diritti fondamentali dei cittadini, riservatezza in primo piano. Gli interventi di riforma saranno realizzati all’insegna del dialogo e del confronto, ma poi il Parlamento dovrà decidere: le Aule non sono e non possono essere luogo di incertezza o esitazioni. Valutiamo. Riflettiamo. Poi si deve operare fattivamente nell’interesse dei cittadini».

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