Senato, superbonus: 94 i sì. Salvati i contribuenti e le casse dello Stato

Via libera al superbonus. Il Senato, dopo il via libera di ieri alla Camera, ha approvato il decreto sulla cessione dei crediti fiscali derivanti dal superbonus e da altri bonus edilizi, su cui il governo ha posto la fiducia. Novantaquattro i voti favorevoli, 72 quelli contrari, 2 gli astenuti. Erano 168 i senatori presenti, 168 i votanti, ad 84 fissata la maggioranza. La votazione si è svolta per chiama nominale con appello. Al momento della chiama per Silvio Berlusconi, ricoverato da questa mattina in terapia intensiva al San Raffaele di Milano, dall’aula di Palazzo Madama è partito un lungo applauso per l’ex premier.

Il nuovo decreto per evitare danni alle casse dello Stato, hanno spiegato gli esponenti della maggioranza contro il racconto disfattista delle opposizioni. Sono salve le cessioni 2022, anche se con il pagamento di una sanzione di 250 euro a partire dal primo aprile. Tra le novità della legge di conversione  anche la possibilità di effettuare la comunicazione nel caso in cui il contratto di cessione non sia stato concluso alla data del 31 marzo 2023: si potrà arrivare al 30 novembre.

“Ristrutturare e mettere in sicurezza il patrimonio edilizio è un obiettivo da perseguire. Per riuscirci servono misure serie. Che diano certezza alle aziende edili e alle famiglie. Non lo si può fare con provvedimenti sbagliati e insostenibili per le casse dello Stato. E raccontando alle persone che si può rifare casa gratuitamente”. Così in dichiarazioni di voto Giorgio Salvitti di Fratelli d’Italia. Che ha sottolineato il buco di circa 110 miliardi per ammodernare appena il 3/4 per cento degli immobili a cui il governo ha dovuto porre riparo”.  Allo stesso modo – ha detto –  il decreto è stato migliorato con modifiche che consentono a chi si è fidato dello Stato di non essere abbandonato. E di poter concludere i lavori ottenendo le detrazioni o i rimborsi. “Per il futuro sarà necessario predisporre una legge che abbia visione lunga. Inoltre, il governo ha affrontato la questione della massa enorme di crediti incagliati. Prospettando soluzioni in parte già operative”.

“Tutte le modifiche apportate a questo decreto vanno nella direzione di salvaguardare il contribuente. Il cittadino che non deve rimanere penalizzato dopo essersi fidato dello Stato”. Parole del senatore azzurro Adriano Paroli che ha sottolineato alcune  criticità su cui si deve ancora lavorare. “Si devono salvaguardare i diritti acquisiti e si deve rispettare quel principio europeo dell’affidamento, comunemente condiviso, che porta i cittadini a fidarsi del proprio Stato. Non potevamo e non possiamo venir meno agli impegni presi”, ha detto l’esponente di Forza Italia. “Certo il superbonus ha generato costi importanti. E per questo si doveva intervenire correggendo la normativa. Bene ha fatto il governo a intervenire per fermare una possibile deriva dei conti pubblici. Ma allo stesso tempo dobbiamo fare in modo che le correzioni non penalizzino i cittadini e non mettano in discussione gli impegni presi dal nostro Stato”.

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