Senato, La Russa: “La prima parte della Costituzione non si tocca, ma la seconda si può aggiornare” (Video)

“Nella prima parte della Costituzione sono racchiusi i nostri valori, di libertà, indipendenza, democrazia e capacità di stare insieme. Sono elencati i diritti dei cittadini. E io spero che si colga anche che sono racchiusi i doveri dei cittadini verso se stessi. Verso chi è vicino, gli altri. E anche verso chi non appartiene alla comunità nazionale”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante la cerimonia di premiazione del concorso Lezione di Costituzione. Che si è tenuta oggi nell’Aula di Palazzo Madama. Alla presenza degli studenti delle scuole Secondarie superiori che hanno vinto il concorso.

L’evento, che sarà trasmesso da Rai tre il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica, è stata un’occasione preziosa per una riflessione sulla nostra Carta costituzionale. Alla luce del dibattito tornato attuale sulle riforme costituzionali, una delle priorità  del governo Meloni. Che sulla materia intende accelerare dopo le consultazioni del premier Meloni con maggioranza e opposizione. Per domani pomeriggio è prevista una riunione di maggioranza. Con l’obiettivo di trovare la quadra e portare un modello di riforma  sl tavolo del Consiglio dei ministri.

Non a caso la seconda carica dello Stato ha rivolto lo sguardo alla seconda parte della Costituzione, che non riguarda i principi fondamentali. “Questa – ha detto La Russa nel corso della cerimonia davanti agli studenti – può essere aggiornata. La Costituzione pone un solo vincolo, quello dell’ordine repubblicano che non può essere cambiato”. La prima parte, al momento, nessuno si sogna di modificarla”, ha proseguito. Rassicurando indirettamente chi si straccia le vesti e alza barricate contro le riforme, denunciando  un presunto attentato alla Costituzione.

La procedura per ‘modificare’ o ‘aggiornare’ la seconda parte della Carta costituzionale entrata in vigore il 1 gennaio 1948 è chiara. “Attraverso l’articolo 138, con maggioranze qualificate, e con procedure più complicate del normale iter delle leggi, si può modificare”, sottolinea il presidente del Senato. E se quella maggioranza, seppur qualificata, non raggiunge una quota più alta della metà più uno, allora tocca ai cittadini, chiamati a decidere con un referendum, dire la parola definitiva”. “La prima parte ripeto – conclude La Russa – nessuno ha mai pensato di doverla cambiare. Perché racchiude la capacità di un popolo di trovare dei punti di riferimento stabili. Come vollero i padri costituenti e come congiuntamente tutti gli italiani continuano a volere”.

“Eravamo in pochi a chiamare Patria l’Italia, oggi siamo una maggioranza”

Dai microfoni del convegno su “Nazione e Patria”, invece, La Russa ha sottolineato come in passato solo la destra chiamasse patria l’Italia. “Nel 2004, quando compì 10 anni Alleanza nazionale, quasi 20 anni fa, Fini mi diede il compito di immaginare lo slogan per l’occasione. Io coniai uno slogan che recitava ‘eravamo in pochi a chiamare patria l’Italia, oggi siamo una maggioranza’. Quello slogan pensato per Alleanza nazionale nel 2004 oggi, quasi due decenni dopo, lo potrei riproporre e credo che nessuno avrebbe da ridire”, conclude. Poi rivolge un ringraziamento al presidente della Repubblica Ciampi. “Se devo dare una primogenitura di chi ha iniziato a ritrovare le parole Patria e Nazione non la do al Movimento sociale italiano, dove militavo. Ma il merito di iniziare a invertire la tendenza va al presidente Ciampi, la cui opera fu imperniata sulla riscoperta dei simboli nazionali, come la bandiera e la sfilata del 2 giugno”.

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