Senaldi: “Il Pd in piazza con i lavoratori che ha fregato. Che imbarazzo”

By Pietro Senaldi

Sosteneva Giuseppe Prezzolini che il conservatore è l’uomo del dopodomani, in quanto è realista e si batte per difendere le istituzioni che si trovano in ogni tempo e in ogni società e per questo aspira a un governo dei competenti. Sosteneva anche, il grande giornalista e intellettuale della destra, che il conservatore fosse un freno indispensabile agli utopisti, che si innamorano di idee mai sperimentate le quali, quando si realizzano, hanno effetti drammaticamente diversi da quelli ipotizzati.

La sinistra di oggi, ultra-ambientalista, globalista, pro-immigrazione senza regole e a favore del fanatismo del politicamente corretto, non è utopista come quella comunista di ieri, per ideologia, ma per disperazione e mancanza di visione politica. Si rifugia nello slogan, nella moda, in qualsiasi battaglia alla quale riesce ad appiccicare un’etichetta buonista e smerciabile all’elettorato meno preparato, più debole strutturalmente e più passivo intellettualmente.

Sono considerazioni che nascono spontanee alla notizia che gli europarlamentari del Pd, di Alleanza Verdi e Sinistra e di M5s hanno abbattuto le distanze che quotidianamente li dividono per sfilare insieme in piazza a Bruxelles. Manifestavano con i lavoratori dell’industria, in particolare dei settori auto, siderurgia e chimica, che protestavano contro le politiche verdi dell’Unione Europea che hanno fatto perdere loro il lavoro. Una scena surreale, come vedere Vladimir Putin sfilare perla pace, l’iraniano Ali Khamenei celebrare con gli ebrei la Giornata della Memoria o Filippo Turetta alla testa di un corteo di “Non una di meno”, l’associazione femminista che si batte contro le violenze di genere. Le vittime e i killer fianco a fianco, con i secondi che ostentano comprensione, promettono solidarietà, puntano l’indice contro il palazzo che occupano, ma non ammettono le loro responsabilità; anzi, cercano di scaricarle su chi li ha sempre combattuti, evidenziando le loro miopie, nefandezze, errori pelosi.

«In piazza c’erano i lavoratori massacrati dalle euro-follie verdi votate con entusiasmo dall’allegra brigata Timmermans, nella scorsa legislatura» recita la nota di Fratelli d’Italia scritta da Carlo Fidanza. L’europarlamentare fa una denuncia pubblica di «chi oggi si lava la coscienza rivendicando misure compensative per l’industria e per i lavoratori che fino a ieri ha sacrificato sull’altare dell’ideologia ultra-ambientalista». È così spesso: la sinistra protesta per i guai che ha creato lei stessa e, incapace di porvi rimedio, accusa la destra chiedendo soluzioni, che poi contesta proponendo soluzioni strampalate e miracolistiche per accattivarsi le simpatie delle vittime.

No all’immigrazione incontrollata, no ai deliri ambientalisti, no alla dittatura del politicamente corretto: sono questi i motivi per i quali, alle elezioni europee dello scorso giugno, le forze di destra hanno guadagnato seggi e quelle di sinistra li hanno persi e, nelle singole nazioni, i partiti conservatori guadagnano la maggioranza. A questo proposito, ieri il Pd è stato protagonista di una giornata surreale: a Bruxelles manifestava contro se stesso mentre a Roma, contestando il governo per il rimpatrio del capo della polizia carceraria libica, Almasri, contestava e chiedeva chiarezza su un patto con Tripoli che ha firmato un governo guidato da un premier dem e con un ministro dem al Viminale.

Male uguale anche la rappresentanza girllina: dichiara di voler difendere i lavoratori dell’industria pesante contrastando da anni fieramente ogni minima condizione necessaria per la sopravvivenza del settore. Soprattutto in tema di approvvigionamento energetico, sia a livello di programmazione industriale sia a livello di relazioni diplomatiche necessarie per le materie prime. «Ripristineremo l’emendamento del Fondo Sure per l’automotive» ha detto l’eurodeputato neofita Pasquale Tridico, fedele all’unica ricetta economica che da sempre ha il Movimento: pompare denaro pubblico creato facendo debito per alimentare un mercato. Così, mentre da una parte, promuovendo l’auto elettrica cinese, i grillini hanno contribuito a rendere agonizzante il mercato delle auto europee, dall’altro promettono di tenerlo a cavallo della linea di sopravvivenza a colpi di sussidi. La sinistra italiana non deve preoccuparsi troppo di Donald Trump. Pd, M5s e Avs esportano sono fesserie e su quelle, purtroppo gli Usa non metteranno dazi.

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