By Mario Sechi
Il tempo è galantuomo e alla fine lo scempio industriale di Stellantis non può più essere ignorato da nessuno, neanche dalla sinistra che ha fatto da reggicoda agli eredi degli Agnelli, sperando di ricavarne un dividendo politico. Noi avevamo ragione e loro torto. Carlos Tavares è a fine corsa, ha gestito il gruppo automobilistico deprimendo fino al collasso marchi storici come Lancia, Maserati e Alfa Romeo, la Fiat è appesa al destino della Grande Panda (prodotta in Serbia), negli Stati Uniti i concessionari sono pieni di auto invendute, il motore elettrico sta fulminando i posti di lavoro. Tutti i grandi costruttori ora vogliono frenare la follia verde, Tavares no, è uno stupefacente caso di masochismo a quattro ruote, devono essergli rimaste incastrate le dita nella presa della corrente elettrica del suo garage. Il fiasco non è solo di strategia industriale, ma anche finanziario, Stellantis brucia cassa, il flusso di liquidità è in pesantissima contrazione.
Quando il 19 aprile del 2023 Stellantis nominò Natalie Knight a capo della finanza, andai a vedere cosa aveva fatto fino al giorno prima: lavorava alla Ahold Delhaize, una multinazionale olandese del settore alimentare. Ottima figura per un’azienda come Esselunga, non per la finanza di un gruppo che produce e vende automobili, una sfida produttiva e commerciale tra le più complicate, un pianeta lontanissimo rispetto alla grande distribuzione. Nell’autosalone non ci sono cassette di frutta e verdura, pannolini e liquori, ma una macchina che è la sintesi del nostro sapere tecnologico. Un anno e mezzo dopo, Knight è saltata come un tappo di champagne.
Messa a segno la mirabile impresa di guidare l’auto al buio a fari spenti, Tavares l’altro ieri si è presentato in Parlamento e ha chiesto nuovi sussidi statali per vendere l’auto elettrica. Batte cassa, ancora. E lo fa dopo che Exor, la holding degli eredi Agnelli guidata da John Elkann, ha distribuito nel maggio scorso dividendi agli azionisti per 100 milioni di euro. Non c’è bisogno di alcun commento, basta e avanza la sua faccia di bronzo.