Scuole, si riparte e Bassetti frena Speranza che rivede nuovi picchi ad ottobre: basta restrizioni, oggi il Covid è come un’influenza

Bassetti non molla la presa e nell’augurare un buon inizio di anno scolastico ai ragazzi, ribadisce la sua ferma contrarietà a interventi restrittivi di cui non intravede la necessità, pur ribadendo comunque, al tempo stesso, la sua preoccupazione per un autunno che potrebbe coglierci impreparati. Solo qualche giorno fa, non a caso, a riguardo ha dichiarato: «La sensazione è che non c’è un piano preciso del ministero della Salute per la nuova campagna vaccinale anti-Covid. Che arriva nel momento peggiore: con la corsa al voto del 25 settembre e un ministro della Salute che sta finendo il suo mandatoSi parla solo di elezioni e zero di campagna vaccinale. Ci vorrebbe un ministro che detti l’agenda, ma non c’è».

Ma questi non sono ancora i giorni per preoccuparsi, anzi. «Lunedì i ragazzi torneranno a scuola senza restrizioni – ha sottolineato il virologo del San Martino di Genova all’Adnkronos–. E mi auguro che senza restrizioni finiranno l’anno. Perché fondamentalmente oggi il Covid è una forma molto simile ad altre forme influenzali, grazie alla vaccinazione. Ai farmaci e alla conoscenza medica acquisita. In bocca al lupo a tutti gli studenti. Non vorrò vederli nuovamente andare a scuola mascherati: sarebbe inaccettabile».

Ma, perché c’è un ma, sempre sul fronte prevenzione, il direttore della Clinica di Malattie infettivedel Policlinico San Martino di Genova, alla vigilia della prima campanella che in molte città italiane squillerà il 12 settembre, non manca di ricordare: «Con l’arrivo dell’autunno e poi dell’inverno, sottolinea l’esperto, è chiaro che assisteremo quasi sicuramente a un aumento dei contagi. Perché se continueremo a fare così tanti tamponi come abbiamo fatto negli ultimi tempi, è evidente che avremo più persone positive».

«Quello che secondo me dobbiamo sempre cercare di tenere in considerazione, anche nelle scuole – precisa l’infettivologo all’Adnkronos – non è quanta gente è positiva, (un indicatore che oggi non ha più grande senso, con una malattia profondamente diversa in termini di gravità e conseguenze). Bensì quante persone, anche tra i ragazzi, hanno sintomi e segni di una malattia potenzialmente grave».

«Per questo – prosegue Bassetti – mi auguro che gli studenti inizieranno e finiranno la scuola senza restrizioni. Sperando che non ci sia qualcuno che, dopo 3-4 settimane dall’inizio dell’anno, solo perché aumentano le persone con tampone positivo, diranno che bisogna reintrodurre mascherine e distanziamento. Eliminare la ricreazione. O reintrodurre la Dad. Questo oggi sarebbe inaccettabile – ribadisce l’infettivologo – perché porrebbe l’Italia come unico Paese dell’Unione europea che continua ad avere questo tipo di atteggiamento sulla scuola».

L’auspicio conclusivo di Bassetti, allora, è che è «chiunque ci sarà a governare questo Paese. Chiunque sarà ministro della Salute e dell’Istruzione, nella scuola ci sia un atteggiamento diverso da quello che abbiamo avuto nei 2 anni passati. Quando il primo ambito in cui si mettevano restrizioni era la scuola. La scuola dovrà essere l’ultimo luogo di aggregazione da toccare», ammonisce Bassetti. Aggiungendo una postilla importante: «È chiaro che si poteva fare di più per mettere in sicurezza le scuole. Perché è 3 anni che diciamo che sistemi di ventilazione adeguati diversi dall’aprire le finestre. Classi meno affollate. Un’organizzazione migliore dello spazio, avrebbero potuto aiutare non solo contro Covid, ma contro tutte le malattie infettive contagiose. Questo però non è stato fatto – rileva e chiosa Bassetti –. Perché non c’erano i fondi, o la volontà politica di farlo, o tante altre cose ancora. Oggi però è inutile continuare a piangere sul latte versato».

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