Scuola nel caos, ma il prefetto usa il pugno di ferro: restano i doppi turni

Scuola, il prefetto non retrocede. E conferma disposizione e utilità del ricorso ai doppi turni. La campanella continuerà a suonare due volte in due ore: prima alle 8, poi alle 9:40. Le proteste dei giorni scorsi, organizzate con occupazioni e scioperi. Che hanno visto gli studenti delle superiori scendere in piazza e presidiare le aule degli istituti, non senza momenti di tensione tra i ragazzi e le forze dell’ordine.

Niente da fare, nulla ha sortito l’effetto sperato: l’ingresso a orari scaglionati, con 100 minuti di distanza l’uno dall’altro, resta valido. L’entrata a scuola degli alunni, redistribuita sui doppi turni, replicano dalla Prefettura, serve a snellire i flussi e ad alleggerire il trasporto pubblico in tilt.

Eppure, gli argomenti che giustificano la mobilitazione degli studenti sono diverse. E un ampio servizio che Il Messaggerodedica alla vexata quaestio prova anche a riassumerle. Rilanciando – per esempio, una su tutte – la denuncia dei ragazzi che rimarcano negativamente come, con l’orario differenziato, parallelamente all’ingresso, anche l’uscita slitta di un’ora e mezza. E gli alunni, che rientrano a casa a metà pomeriggio, si vedono così inibita la possibilità di dedicarsi ad attività sportive ed extrascolastiche. La Prefettura, però, nel respingere obiezioni e proposte, contrappone alle rilevazioni dei giovani, ragioni di ordine pubblico e di sicurezza sanitaria. Tanto che il quotidiano capitolino sottolinea: «In questo momento non si può derogare. In base a quel che trapela dalla prefettura, infatti, questo orario così strutturato non può essere modificato né alleggerito. Né verrà lasciata alle scuole la facoltà di decidere autonomamente come e quanto scaglionare gli ingressi differenziati».

E così, salta anche la richiesta dei dirigenti scolastici che, a fronte delle difficoltà organizzative che i doppi turni hanno scatenato, avrebbero preferito poter decidere di disporre autonomamente l’organizzazione scolastica in base alle singole necessità. Un altro argomento che la Prefettura ha bocciato perché, come spiega sempre Il Messaggero, «il problema sta nel fatto che, togliendo gli orari scaglionati, si andrebbe a gravare sul primo turno di ingresso, quello delle 8, che coincide con l’orario di punta quando si muovono non solo gli studenti ma anche i lavoratori. E in queste settimane, con lo smartworking ridotto e il ritorno dei turni in presenza sempre più frequenti negli uffici, la situazione potrebbe farsi critica».

Il fulcro del problema. Il nodo da sciogliere, insomma, resta sempre quello dei trasporti che, a valanga, si riversa su scuola e lavoro. La capacità ridotta e i vecchi problemi mai risolti, sono il motivo primario per cui non si può consentire alle scuole di tornare agli orari tradizionali ed evitare i doppi turni. Nei prossimi giorni, peraltro, si dovrà valutare il carico su bus e metro con i lavoratori che, terminato il periodo di smart working, tornano in presenza. E, allo stesso tempo, bisognerà fare i conti con la stagione autunnale. La stessa che, un anno fa, generò il caos nella gestione dei contagi. Che registrò una recrudescenza del virus e una seconda ondata epidemica, più forte della prima. Soprattutto a Roma. Dunque, facendo un rapido calcolo di rischi e benefici, la prefettura tiene duro: non è il momento di allargare le maglie dei controlli…

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