Scuola, la Casellati umilia Azzolina: “Una catastrofe”. E i Cinquestelle escono pazzi

Di fronte all’evidenza c’è ben poco da difendere. E i Cinquestelle, sulla scuola, stanno perdendo letteralmente la facciapur di salvare la Azzolina. La situazione è imbarazzante, per usare un eufemismo. Da mesi la “ministra” va avanti sparando idee alla rinfusa e rimediando figuracce.

Ma i grillini pensano di farla franca con il tutto va bene urlato nei video solitari su facebook. Video che stanno diventando una barzelletta, assomigliando a quelli che gli adolescenti postano su TikTok.

La scuola «è una priorità assoluta», afferma Elisabetta Casellati in un’intervista al Messaggero.

Perciò, il ritorno di «tutti gli studenti in classe a settembre» deve essere «un imperativo categorico». Parole durissime, quelle della presidente del Senato. «La scuola, spiega, «non è solo didattica al computer ma è crescita educativa, culturale e sociale.

È fatta di aule e di incontri, dialogo e relazione tra studenti e docenti. Ci devono essere subito regole certe e uguali per tutti».

«La responsabilità del governo», aggiunge la Casellati, «non può essere scaricata sui presidi. Così rischiamo la catastrofe , creando inaccettabili diseguaglianze e  discriminazioni tra studenti di serie A e studenti di serie B. Sono state riaperte tutte le attività produttive, le spiagge,  i teatri e i musei. Soltanto per le scuole, che sono una priorità assoluta per il Paese, rimane un caos inspiegabile».

I  Cinquestelle vanno in tilt. E si mettono in trincea nella incredibile difesa della Azzolina. «Le dichiarazioni sulla scuola rilasciate dalla presidente del Senato Casellati in un’intervista a un quotidiano appaiono fuori luogo». A farsi portavoce della “ribellione” pentastellata è il capogruppo M5S al Senato, Gianluca Perilli. «Dalla seconda carica dello Stato ci si attende un atteggiamento al di sopra degli schieramenti politici e all’insegna dell’unità del Paese. Creare allarmismo, peraltro del tutto infondato, su un tema così sensibile dal punto di vista sociale come la scuola significa scendere nell’agone della polemica politica quotidiana».

Pubblicato da edizioni24

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