Scuola, i cortei studenteschi sono un flop: a Roma erano solo mille. A Milano pochi vandali anarchici in azione

Giornata di cortei studenteschi in tutta Italia, oggi, al grido di «Nessun merito per questo governo». Gli studenti hanno rivendicato di essere scesi in piazza in 30 città per un totale di 100mila presenze, un numero che hanno utilizzato per dire che si è trattato di «un segnale al governo Meloni e ai ministri Valditara e Bernini», come rivendicato da Rete degli studenti e Udu. Ma il numero appare talmente gonfiato da sfiorare il ridicolo: al corteo di Roma, città più grande ed epicentro della protesta, la questura ha rilevato appena mille presenze.

Anche il sito skuola.net è costretto ad ammettere che la protesta è stata un flop. Secondo un sondaggio effettuato dal portale degli studenti, infatti, alla vigilia delle manifestazioni solo 1 su 10 ha dichiarato la propria adesione alla protesta. Quindi, non solo nella pratica di chi poi davvero è sceso in piazza, ma anche nella teoria di chi avrebbe voluto farlo i numeri sono scarsi. Come se non bastasse, in questo 10% che aveva detto di voler (ipoteticamente) scendere in piazza, 8 su 10 hanno rivendicato di volerlo fare per far sentire la loro voce, ma il 13% ha ammesso candidamente di voler saltare un giorno di scuola e il 10% che ci sarebbe andato trascinato dai compagni di classe.

Ciononostante, i pochi che sono scesi in piazza, incassando il «sostegno» della Cgil, hanno promesso «contro la scuola dei padroni, 10-100-1000 occupazioni», come successo a Roma, e dato vita alle solite scene di vandalismo, come successo a Milano, dove lo slogan della manifestazione era “No Meloni Day” dando la misura della politicizzazione del corteo ben oltre le tematiche studentesche. Un gruppo che stava partecipando, si è staccato e, con volti coperti e tute bianche, ha lanciato della vernice blu contro la vetrina di un negozio Enel in via Broletto, poi ha acceso alcuni fumogeni ed esposto un manifesto contro il caro energia. Tra i cori gridati dal corteo anche dei “vaffa” indirizzati al presidente del Senato, Ignazio La Russa, e contro il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. La questura ha spiegato che i responsabili, che sono stati individuati e saranno deferiti all’autorità giudiziaria, sono «credibilmente riferibili al circuito anarchico».

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