Scissione M5S, Salvini punzecchia Di Maio: “Il ministro ora chi rappresenta?”

Al termine di una giornata quanto mai complicata, Luigi Di Maio è salito al Quirinale per informare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla luce dell’imminente addio al M5S, prima di formalizzarlo in una conferenza stampa convocata per le 21.15. Poco prima Mario Draghi aveva spiegato di non essere preoccupato per la tenuta del governo: «No», ha risposto ai cronisti che lo interrogavano sul punto, dopo aver superato lo scoglio della risoluzione di maggioranza sulle sue comunicazioni in merito all’Ucraina. Prima di entrare in Aula il premier era stato meno risoluto: «Non lo so, vediamo, vediamo…». Eppure, tra quel prima e questo dopo, il terremoto della scissione del M5S, per quanto non ancora ufficializzata, si era già consumato, con tanto di avvio della raccolta di firme per la formazione di gruppi che fanno riferimento a Di Maio.

Sul tema, però, Matteo Salvini ha fatto notare che «io sono preoccupato per situazione economica non per le beghe nei 5 stelle», ma «se qualcuno rimane nel governo senza rappresentare nessuno, un problema ci sarà…». «Nel senso, a nome di chi va in giro per il mondo il ministro degli Esteri? Non ho capito chi rappresenta chi…», ha aggiunto il leader della Lega.

Il problema posto da Salvini, che non sarebbe secondario in un momento storico di pace, diventa cruciale in un momento in cui invece imperversa la guerra e il ministero degli Esteri assume una centralità fuori dall’ordinario. Così, mentre dalla maggioranza si alzano mantra rassicuranti su quanto la linea del governo sia «solida e ben chiara» (Ettore Rosato, Italia Viva) e su quanto l’esecutivo abbia «ampio sostegno in Parlamento» (Maria Stella Gelmini, FI), alla fine le faide M5s finiscono davvero per travolgerel’esecutivo

«Abbiamo già raccolto oltre 50 firme, oltre le aspettative. Stiamo ancora ricevendo iscrizioni. Possiamo arrivare a 60 iscritti», hanno rivelato all’Adnkronosparlamentari vicini a Di Maio, aggiungendo che «ci stiamo organizzando, ma c’è l’idea di fare il punto già nelle prossime ore», mentre già impazza il toto nomi per il nuovo gruppo diamiano, per il quale prende piede “Insieme per il futuro”, e Giggino annuncia «dichiarazioni alla stampa» in tarda serata. Intanto, Beppe Grillo si trincera dietro un “no comment”.

Fra i nomi di chi sarebbe pronto a seguirlo si fa quello dei deputati Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella, Elisabetta Barbuto e dei senatori Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste e Antonella Campagna, oltre a quelli di Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola e Simona Nocerino.

«Luigi sta sbagliando, ma non per questo dobbiamo essere contenti se se ne va. Io spero che ci ripensi. Non dimentichiamoci che è un pezzo di storia del M5S», ha detto Danilo Toninelli, prima che Di Maio salisse al Colle e dopo che per giorni, invece, i vertici del Movimento hanno spinto per arrivare a questo punto.

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