By Pasquale Napolitano
Il Pd è in affanno, arriva subito il «soccorso rosso» della Cgil sulla pelle degli italiani. Elly Schlein rimedia la sconfitta in Liguria, accantona il sogno del 3 a 0, ecco che spunta l’aiutino di Maurizio Landini in vista della doppia sfida elettorale in Umbria ed Emilia Romagna. Il numero uno della Cgil promette un mese di mobilitazioni, in pratica la paralisi dell’Italia, pur di offrire uno scudo di protezione al Pd. Ieri dopo nel corso della conferenza stampa tra Landini e Bombardieri (Uil) è arrivato l’annuncio (scontato): «8 ore di sciopero generale, con manifestazioni territoriali, per venerdì 29 novembre». I due sindacati scendono in piazza per chiedere di «cambiare» la manovra di bilancio, considerata del tutto «inadeguata a risolvere i problemi del Paese» e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
Che novità! Si tratta della classica mossa politica per andare in soccorso del campo largo, uscito a pezzi dal voto in Liguria. In Umbria si vota il 17 e 18 novembre prossimo. E subito il leader della Cgil si augura: «Il mio invito è di andare a votare perché penso che questo diritto vada esercitato e allo stesso tempo quello che sta succedendo indica la crisi della democrazia che stiamo vivendo». Anche lì, Schlein e company già avevano messo lo champagne in frigo per festeggiare la vittoria di Stefania Proietti. Poi il vento è cambiato, e l’uscente Donatella Tesei punta al bis. In Emilia Romagna si vota nello stesso week end. Il Pd vuole mantenere la roccaforte. Per centrare l’obiettivo si muove tutta l’artiglieria. Sindacati in primis.
Landini alza il megafono e attacca: «Il governo ci convoca a cose già fatte. Noi chiediamo cambiamenti profondi e radicali alla manovra, non piccoli aggiustamenti. Abbiamo proposte molto precise. Chiediamo di cambiare la manovra e anche le altre leggi sbagliate fatte, come il collegato lavoro e il ddl sicurezza. Da qui al 29 novembre abbiamo intenzione di chiedere al governo di cambiare la manovra, l’atteggiamento verso le organizzazioni sindacali, di aprire confronti e trattative, e gireremo nel Paese per assemblee e luoghi di lavoro: bisogna cambiare le politiche economiche e sociali».
Il partito del vicepremier Matteo Salvini svela il bluff del sindacato e lancia la contro-offensiva: «Due sindacati italiani di estrema sinistra scioperano contro l’aumento dello stipendio per 14 milioni di lavoratori dipendenti fino a 40mila euro di reddito? Ridicoli. Grazie invece a quei rappresentanti dei lavoratori che, seppur a volte critici nell’interesse dei loro iscritti, fanno delle proposte e non solo proteste». Il piano politico della Cgil è chiaro: una campagna a tappeto contro il governo Meloni. «Non una manifestazione a Roma ma tante manifestazioni in tutti i territori perché è il momento che le persone reagiscano e riprendano la parola», dice Landini in conferenza.
La Cisl si sfila dallo sciopero e svela le carte: «A Maurizio Landini, che nella conferenza stampa di oggi si è permesso di offendere la Cisl, consigliamo vivamente di rivestire i panni del sindacalista e di smetterla di fare da traino a un’opposizione politica che non ha davvero bisogno di collateralismi». Critiche anche dal fronte di Forza Italia: «Lo sciopero generale è tornato ad essere un classico di stagione.
Si avvicina la legge di bilancio, e Cgil ed Uil annunciano la fermata, che quest’anno sarà per il 29 novembre. Maurizio Landini è sempre meno sindacalista, e sempre più uomo di partito, ha ragione il segretario della Cisl Luigi Sbarra», sottolinea la deputata di Forza Italia, Isabella De Monte.