Sbarchi in Italia, il sospetto su Erdogan: “Ha la forza per aprire e chiudere i flussi”

Non solo il bel tempo. Dietro la poderosa ondata di migranti che sta investendo l’Italia emerge anche un ruolo di Erdogan. Il tema è all’attenzione degli apparati militari italiani e di diversi osservatori, tanto da entrare di tendenza su Twitter. Perché, avvertono gli analisti, dietro a quello che succede in Libia, c’è la mano della Turchia. Dalle parti del governo, però, non se ne accorgono. O, come sottolineato da Oscar Gianninoproprio su Twitter, fanno «finta di ignorare».

«Per fortuna qualche fonte riservata militare fa capire in chiaro ciò che la politica italiana in Libia fa finta di ignorare… Erdogan… Ora forse vi è più chiaro perché sparino addosso ai nostri pescherecci e Roma dica loro che è meglio non peschino», ha scritto il giornalista, rilanciando un articolo di Repubblica. «Spari ai nostri pescherecci, messaggi turchi dalla Libia», è il titolo dell’articolo che cita fonti militari. «È come in quel gioco della Settimana Enigmistica: il foglio sembra bianco, ma se unisci i puntini compare il disegno. In Libia ti viene fuori la faccia di Erdogan», ha riferito «un alto responsabile della Difesa italiana» al quotidiano. «In quello che accade oggi in Tripolitania – ha aggiunto – c’è un ruolo della Turchia, che va compreso e analizzato, senza ritardo. Perché sta crescendo un clima ostile all’Italia e all’Europa».

Il ragionamento che circola in ambienti militari e diplomati è, in sintesi, che Libia non si sarebbe avventurata autonomamente in un atto così aggressivo come quello degli spari. Inoltre, c’è il tema della presenza militare della Libia in Tripolitania. Ricorda Repubblica: «La Turchia ha già addestrato centinaia di soldati, ad Ankara e nelle loro stesse basi libiche. Ha avviato la ristrutturazione di una grossa base aerea ad Al Watyiha, verso la Tunisia. Un aeroporto dove farà scendere i suoi caccia F-16. Ma soprattutto ha iniziato ad occuparsi dell’addestramento della guardia costiera e della Marina di Tripoli e Misurata». In questa cornice si inserisce il tema dei migranti. «È come se avessero in mano le chiavi per aprire o chiudere il flusso di migranti verso l’Italia», ha detto un ammiraglio al giornale.

E, mentre il governo, come rilevato da Giannino, «fa finta di ignorarlo», anche nella politica italiana c’è chi lo ha chiarissimo: FdI. «Di fronte ai 13 mila sbarchi dall’inizio dell’anno occorre una politica diversa dal passato e l’unica soluzione per arrestare l’invasione ed evitare che l’Italia diventi il campo profughi dell’Europa è il blocco navale», ha avvertito il deputato Andrea Delmastro, intervenendo a Omnibus su La7. «In Libia – ha poi aggiunto – abbiamo un ulteriore fattore perturbatore come il sultano Erdogan,che scarica da sud, come da est, gli immigrati per minacciare quella Europa che spende miliardi e miliardi di euro per difendere la frontiera ad Est, ma investe solo qualche centinaio di milione a Sud».

Sul tema è intervenuto anche Guido Crosetto, partecipando al dibattito su Twitter. «Erdogan, che controlla la Libia, ha aperto i rubinetti ed ha aumentato la pressione, ma ormai sono riprese le partenze anche da Tunisia e persino Egitto. Tutte con un’unica direzione: il Paese – ha sottolineato – che mette sotto inchiesta chi vorrebbe controllare gli ingressi clandestini».

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