Saviano sogna Salvini “agente di Putin”. La replica: “Ora basta. Ti querelo”

«Reali agenti che hanno agito per Putin»… Stavolta Saviano ha definitivamente oltrepassato i limiti: le sue accuse contro Matteo Salvini in merito alle ingerenze russe in Italia gli varranno un’ennesima querela. E ad annunciarlo è lo stesso leader della Lega, che in comizio elettorale a Carovigno, in provincia di Brindisi, ha replicato fuori dai denti: «Ho fatto il fioretto di non rispondere agli insulti anche oggi. Ho avuto una sequela di insulti: da Letta, Conte, Di Maio, Renzi, Calenda, Saviano… Saviano ha detto che io e Berlusconi siamo degli agenti russi. Letta dice che il voto in Italia, quindi anche a Carovigno, sarà drogato e influenzato dai russi… Io non so se in questa piazza ci sono dei russi. Di Maio dice che sono un agente russo. Calenda dice che bisogna sospendere la campagna elettorale… Mi sa tanto che si tratti di scuse come quelle che uno preparava per non essere interrogato nelle materie dove non eri preparato. Ecco, quando Letta, Di Maio e gli altri tirano in ballo i fascisti, i nazisti, i russi, gli alieni, mi sa tanto che sono delle scuse perché hanno già capito che vanno a casa. Perché le elezioni le vince il centrodestra…»

Il complottismo ai limiti del fantascientifico, con Saviano raggiunge il suo apice. «La notizia della spia russa infiltrata per 10 anni in Italia non deve stupire. I reali agenti che hanno agito per Putin senza nascondersi e senza documenti dell’Fsb sono Matteo Salvini e Silvio Berlusconi», ha scritto l’autore di Gomorra in un delirante post che ha pubblicato su Instagram. Parole che non hanno nemmeno il pudore di usare sottintesi e condizionali, ma che – oltre a denunciare il solito astio dello scrittore verso il numero uno del Carroccio specialmente – muovono pesanti accuse, senza uno straccio di prova a corredo, nei confronti dei due leader politici del centrodestra. Parole che hanno immediatamente innescato la reazione di Matteo Salvini, pronto a rispondere: «Io ho sempre difeso l’interesse nazionale italiano, nel mio Paese e nel mondo, a testa alta. A prendere i soldi dei russi per anni sono stati i comunisti tanto cari a Saviano, non certo i leghisti. Da ministro ho combattuto le mafie coi fatti, con leggi e sequestri, abbattendone ville e confiscandone patrimoni».

Aggiungendo in calce al post, la stoccata finale: «C’è chi copia, c’è chi fa e ottiene risultati. P.S. Caro Roberto, hai vinto una querela che spero servirà a portare soldi a qualche associazione di volontariato che combatte la mafia coi fatti, non con le parole»… Fatti che Salvini non ha problemi ad elencare. E che, ospite della kermesse di Affariitaliani a Ceglie cita all’ingrosso, ma che bastano a rispedire ai mittenti le accuse e le offese. «Io ho sempre difeso l’interesse nazionale del mio Paese, in Italia e all’estero. L’ultima volta che sono andato a Mosca ci sono andato da ministro. Da oggi querelo chiunque dica che io sono al servizio dei russi, perché io sono esclusivamente al servizio del popolo italiano. E mi sono rotto le scatole di questa gente che ha tempo da perdere e apre la bocca solo per darle fiato… E questo vale per Saviano. Per Letta. Di Maio, Renzi e Calenda.. Contestatemi su flat tax e altro, ma non su questo…».

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