Sardine, flop, epurazioni e dittatura: espulso un altro pensatore

By Lucia Gallo (per ith24)

Quando non si hanno le basi democratiche, può accadere, come successo al 5 Stelle, di passare da piazze piene a piazze vuote. Questo, lo stanno vivendo sulla propria pelle le Sardine di Romano Prodi.

Infatti, dopo il secondo flop consecutivo a Napoli, sono scattate le espulsioni per i pensatori, e a farne le spese, è stato il leader delle Sardine partenopeo che sferra un duro colpo al figlioccio di Romano Prodi, Mattia Santori.

Dopo la cacciata della Sardina lucana, la cacciata della Sardina napoletana, Bruno Martirani. Un the same. Per Mattia Santori alias “non lo so”, è vietato pensare. Del resto, il suo motto è “non lo so”. La sentenza è arrivata su WhatsApp: espulso. E così lo stesso Martirani ha deciso di sfogarsi e a ilMessaggero.it ha voluto raccontare la sua esperienza: “Anziché fare interviste, bisognerebbe chiedersi il perché di questi flop e perché questo fenomeno qui non attecchisce. Arrivato a casa ho scoperto che i burattini napoletani di Santori e friends mi avevano cancellato dalle chat interne e dalla gestione della pagina e del gruppo Facebook che, tra le varie cose, avevo creato personalmente. Il fallimento di questi eventi calati dall’alto dimostra che il rapporto con il territorio è fondamentale. Napoli è un laboratorio politico che negli anni ha prodotto tanti esperimenti partiti dal basso. I “vertici” delle Sardine dovrebbero chiedersi perché qui al sud non attecchiscono. I bolognesi hanno il merito di aver inventato le piazze, ora si stanno interrogando sulla forma. Bisogna mettere i territori al centro del discorso, evitando uscite come quella sull’Erasmus. È importante che tutti sappiano di fronte a cosa si trovano quando si parla di Sardine. La partecipazione e la democrazia sono molto lontane da questa storia. Napoli non è Bologna, il Mezzogiorno non è l’Emilia. Il cambiamento, a maggior ragione dalle nostre parti, non potrà di certo partire da qui”.