Santoro è pronto a fondare il partito che non c’è: “Il Pd è morto e ha tradito la Resistenza”

Non poteva mancare il tribuno militante della sinistra che fu. Anche Michele Santoro scende in campo e partecipa allo psicodramma collettivo del naufragio del Pd. Che ha portato per la prima volta – dice sdegnato – l’estrema destra neofascista alla guida del Paese.

E che cosa ha in mente? Una nuova associazione (alias parito), l’ennesima, per archiviare la stagione delle correnti e dei signori delle tessere e riprendere lo spirito della Resistenza. “Cari amici, con un gruppo di persone animate dalla mia stessa passione vorremmo dar vita a una Associazione”, scrive Santorosu Facebook. “Che intende intraprendere un viaggio nella società italiana alla ricerca del partito che non c’è. Questa definizione – spiega una riga dopo – non indica un’organizzazione. Ma una domanda che per essere soddisfatta presuppone un’indagine nella società per individuare nuovi contenuti e nuovi protagonisti soprattutto giovani”.

Già alcuni mesi fa, irritato dallo spostamento al centro di Letta, aveva utilizzato la formula del partito che non c’è. E strizzato l’occhio a Conte. Il giornalista, che ha confessato con grande ‘pena’ di non aver votato, non è tenero con il Nazareno. “Non crediamo di avere una soluzione pronta ma vogliamo metterci alle spalle l’esperienza dei partiti personali. Una nuova formazione politica – sottolinea – deve essere una comunità. Avere una carta dei valori a cui ispirarsi, un programma e regole democratiche chiare per la sua vita interna”. Dopo aver passato in rassegna le ferite della contemporaneità, dalla guerra all’ambiente passando per le disuguaglianze sociali, l’inventore di Samarcanda e Anno Zero si lancia nella difesa degli ideali traditi.

“Con il naufragio politico, culturale e ideale del Pd per la prima volta un partito di estrema Destra, postfascista, diviene il primo Partito del Paese. Ciò accade perché i valori della Resistenza e della Costituzione sono stati ridotti a vuota retorica. Tradendo il loro autentico significato di impegno a realizzare una società di cittadini con pari diritti. Pari dignità e pari opportunità nel determinare il destino della Nazione”.

Poi sposta i riflettori sull’informazione, la cultura che, udite udite, sarebbe asservita al pensiero unico. “L’industria culturale e dell’informazione nazionale si è rimpicciolita e la stragrande maggioranza dei media si è adattata al pensiero unico. Espellendo dalla fabbrica delle notizie le domande critiche, le inchieste scomode, la satira sul potere”. La mission è nella conclusione del lungo post. “Intendiamo reagire con l’informazione e la cultura al degrado di una democrazia che appare sempre più esangue. Controllata da tecnocrazie e gruppi di potere preoccupati esclusivamente della propria sopravvivenza”.

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