By Gaetano Daniele
I pesciolini, Santori in testa, non odiano. Sono buoni, belli e bravi. Non insultano, e da Fazio, il leader delle Sardine con toni quasi da chirichetto, dichiara: “Abbiamo portato sui social un linguaggio nuovo, la gentilezza come rivoluzione”. Santori ha coniato una nuova frase, non più il cantico delle sirene, ma il cantico delle Sardine
Peccato che solo due giorni fa la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha pubblicato sulla sua pagina Facebook alcuni screenshot non proprio onorevoli. “Leggete gli amorevoli commenti che mi rivolgono sul gruppo Sardine di Roma. Ma questi signori sono quelli che scendono in piazza contro il linguaggio d’odio?”.
Anche se da quegli insulti le sardine nazionali avevano scaricato la colpa degli alla pagina gestita da Stephen Ogongo. ” Che “non è più autorizzato” a usare il nome Sardine “per essersi autoescluso dal movimento”.
Quindi la colpa è degli scissionisti. Bene. E quelli rivolti a Matteo Salvini? “Secondo me si dovrebbe fare un bel fascio e bruciarlo, lui con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Ci ha portato indietro di 60 anni. Oppure: il nuovo nazifascismo è rappresentato da Salvini. Che gli venga un cancro a lui e a chi lo vota“.
Insomma, tra scissionisti o reggenti, la musica non cambia. Nel caso della Meloni, si sono solo prese le distanze da Ogongo, la sardina impazzita, e quindi espulsa, anche se i commenti arrivavano da più fronti, ed il linguaggio d’odio è quello, purtroppo.
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