Santa Maria Capua Vetere, per il Guardasigilli nessuna giustificazione per le violenze: sospesi i 52 agenti indagati per pestaggio

Nessuna giustificazione per violenze a detenuti, ferma condanna per umiliazioni a detenuti. Riunione straordinaria al ministero della Giustizia sulla situazione nelle carceri. Dopo gli sviluppi dell’inchiesta di Santa Maria Capua Vetere. E l’accusa di pestaggio agli agenti incaricati di reprimere le ribellioni dei detenuti nel carcere del casertano.

La ministra, Marta Cartabia, ha convocato il capo del Dap, Bernardo Petralia, il Garante nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma e il sottosegretario Francesco Paolo Sisto. “Sconcertati dalle immagini diffuse, i partecipanti hanno espresso la più ferma condanna. Per la violenza e le umiliazioni inflitte ai detenuti. Che non possono trovare né giustificazioni né scusanti”. La ministra ha chiesto approfondimenti sull’intera catena di  responsabilità. Che hanno consentito quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. E un rapporto a più ampio raggio anche su altri istituti.

Una volta ricevuta formalmente l’ordinanza di custodia cautelare, sono state immediatamente disposte le sospensioni di tutti i 52 indagati. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sta valutando ulteriori provvedimenti anche nei confronti di altri indagati. E ha disposto un’ispezione straordinaria nell’istituto del casertano. Il ministero di largo Arenula ha poi sollecitato un incontro con tutti gli 11 Provveditori regionali dell’Amministrazione penitenziaria. E una riunione, fissata il 7 luglio, con tutte le rappresentanze sindacali del personale presente nelle carceri.

Altri spunti di riflessioni sono stati portati dal Garante nazionale in riferimento “alla deriva culturale che tali immagini evidenziano”. Nell’incontro si è deciso di ripristinare l’intera rete di videosorveglianza attiva negli istituti. Tutti i presenti hanno concordato sulla necessità di assumere queste iniziative, perché fatti analoghi non possano ripetersi, anche a salvaguardia della funzione e dell’immagine del Corpo di Polizia Penitenziaria.

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