Salvini si smarca da Crosetto: “Netanyahu? È il benvenuto in Italia, criminali sono altri”

“Posso ritenere che la sentenza sia sbagliata e per me lo è, perché mette sullo stesso piano il premier israeliano e il ministro della Difesa con il capo degli attentatori di Hamas. Sono due cose completamente diverse. Ma aderendo noi alla Corte penale internazionale dobbiamo applicare le sue disposizioni”.

Guido Crosetto commenta così il mandato di cattura della corte dell’Aja su Netanyahu Gallant. Poi, sempre il titolare della Difesa ha aggiunto: “Se il premier israeliano Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Gallant venissero in Italia dovremmo arrestarli in applicazione di una normativa internazionale. Non per decisione politica, dobbiamo applicare questa sentenza, come ogni stato che aderisce. L’unico modo per non applicarla sarebbe uscire dal trattato”. “Da una parte c’è un atto terroristico e dall’altra c’è un Paese che, a seguito di quest’atto, va e cerca di estirpare un’organizzazione criminale terroristica- ha aggiunto Crosetto- Poi se vogliamo giudicare come Israele si è mossa a Gaza, quanta della forza usata fosse necessaria o quante linee rosse siano state superate è un altro discorso. Non penso che la Corte penale internazionale dovesse intervenire con questa sentenza a tre”, ha affermato a Porta a Porta.

E sul mandato di cattura per Netanyahu è intervenuto anche il vicepremier, Matteo Salvini: “Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri. Non entro nel merito – ha spiegato Salvini – delle dinamiche internazionali. Israele è sotto attacco da decenni, i cittadini israeliani vivono con l’incubo dei missili e con i bunker sotto le case da decenni. Adesso dire che il criminale di guerra da arrestare è il premier di una delle poche democrazie che ci sono in Medioriente mi sembra irrispettoso, pericoloso perché Israele non difende solo se stesso ma difende anche le libertà le democrazie e i valori occidentali. Mi sembra evidente che sia una scelta politica dettata da alcuni paesi islamici che sono maggioranze in alcuni istituzioni internazionali”. 

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