Russiagate, parla il presidente del Copasir, Urso: “Ecco perché il Copasir ha deciso di non riaprire il dossier”

«Assolutamente no», l’invio di armi all’Ucraina non vuol dire in alcun modo che siamo in guerra. A chiarirlo è stato il presidente del Copasir, Adolfo Urso, ricordando che «facciamo parte della Nato, un’Alleanza militare difensiva» e che «la Nato ha deciso di inviare equipaggiamento e armi al popolo ucraino per difendersi dall’aggressore e misure per sanzionare». Un atteggiamento improntato comunque alla prudenza, come dimostra il fatto che per «evitare ogni provocazione la Nato ha rifiutato la richiesta dell’Ucraina di fare una “no fly zone” perché avremmo rischiato un incidente che vogliamo evitare».

Quanto alla possibilità che l’Italia invii una nuova fornitura di armi, della quale nelle ultime ore si parla con insistenza ipotizzando una decisione del Consiglio dei ministri per la prossima settimana o al massimo per quella successiva, Urso, intervenendo a l’Ospite su SkyTg24, ha sottolineato che «ove ci fosse, lo dovrebbe deliberare il governo». «In quel caso – ha aggiunto – ci ha assicurato Draghi, il governo presenterà nella sede parlamentare appropriata, il nostro Comitatodove sono rappresentate tutte le forze politiche, la nuova lista ove ci fosse». Davanti a un conflitto come quello in Ucraina, ha proseguito il presidente del Copasir, serve «solidarietà politica», poiché si tratta di una «minaccia concreta nel cuore dell’Europa, che riguarda anche noi».

Nel corso dell’intervista, poi, Urso ha chiarito che il Copasir non ha riaperto il dossier sul Russiagate per «diverse considerazioni, la prima delle quali è che non c’erano elementi nuovi così significativi rispetto a quello che il Copasir ha già approfondito già due anni fa». Il senatore di FdI ha quindi sottolineato che «la priorità per il Paese e per il Copasir è la sicurezza energetica e quindi la sicurezza economica dell’Italia. Queste sono le nostre priorità». Infine un passaggio sul centrodestra, nel quale «deve tornare uno spirito unitario e tutti devono prendere atto del partito che nei sondaggi sta trainando la coalizione».

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