Roba da sciacalli, M5S: il senatore abita ancora nella casa popolare da 7 € al mese

L’ultima beffa italiana si deve a un senatore M5s che, stando a quanto denunciato da Il Giornale in queste ore, nonostante i lauti guadagni che l’elezione a parlamentare della Repubblica, continua a vivere in una casa popolare assegnata ai nonni assegnata quando il sogno dell’avventura politica non era ancora stato realizzato. E dove abita tuttora. Altro che movimento anti casta. I pentastellati si sono inseriti più che bene nei Palazzi che volevano aprire come “scatolette di tonno”. Accomodandosi sui privilegi che blasone elettorale e rango governativo gli hanno fin qui concesso. E così, fa scalpore leggere quanto denunciato dal sito de Il Giornale, secondo cui «un parlamentare della Repubblica italiana. Uno eletto con il «movimento dell’onestà». Quelli della «lotta alla casta e ai privilegi dei politici», il Movimento Cinque Stelle»,  vive in una casa popolare a Frascati.

A detta del quotidiano diretto da Sallusti, dunque, il parlamentare sarebbe Emanuele Dessì. Senatore 50enne eletto tre anni coi 5s, passato così «da zero a 100mila euro di reddito». L’esponente grillino in quella casa, tutt’altro che popolare sembra («si tratta di un appartamento in pieno centro, nella zona più bella della cittadina davanti al Palazzo Vescovile») risiede da tempo, semplicemente versando un canone d’affitto pari a 7 euro. E allora, passi per periodi precedenti l’elezione. Ma oggi, quali sono i motivi che giustificherebbero l’occupazione concessa sulla base di necessità contingenti? Una domanda insidiosa a cui si potrebbe rispondere anche solo facendo i conti della serva. Che, tra arrotondamenti per eccesso e per difetto, dovrebbero prevedere che, come scrive Il Giornale, «un senatore, con 5000 euro di indennità. Più altri 9000 di rimborsi mensili forfettari, molli l’appartamento». Lasciandolo a disposizione di famiglie in difficoltà che, al contrario del parlamentare, non possono fare affidamento come lui sul lauto stipendio pubblico.

E invece no. Non solo il senatore pentastellato continua ad occupare l’immobile (di cui, nel frattempo ha avuto quanto meno il pudore di rinegoziare l’esiguo canone d’affitto dei 7 euro. Ma continua a rimanere nell’alloggio popolare destinato ai più disagiati, a tre anni dalla sua elezione in Parlamento. E nonostante la bufera scoppiata quando, l’ex consigliere comunale a Frascati per il M5s, diventa un candidato ufficiale al Senato e lo scoop della casa di edilizia residenziale pubblica da lui abitata per appena 7 euro di affitto, diviene di dominio pubblico. Come è finita? Ci si potrebbe chiedere. Come spesso accade nel nostro Paese: con i vertici del Movimento che sul momento minacciano provvedimenti che non arrivano. E con il dramma annunciato che sfocia in beffa: il Senatore resta il lista. Viene eletto a Palazzo Madama. E continua a rimanere nella residenza ai Castelli. Solo ritoccando il calcolo delle mensilità dovute.

Dal Comune, nel frattempo, tutto tace. Anche perché, come riferisce Il Giornale, da lì non arrivano «spiegazioni ufficiali». A parte una replica secondo cui, l’inquilino «ha un regolare contratto». Dunque, «non sta facendo qualcosa di illegale». Certo non è un abusivo. e dal punto di vista strettamente tecnico-burocratico può esercitare il diritto di locazione. Ma sul fronte etico sembra non esserci spiegazione, ufficiale e ufficiosa, che tenga. E infatti, centrodestra nazionale, dalla Lega con il deputato Matteo Bianchi e dal vicecapogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti, riporta il quotidiano milanese, si alza un coro di protesta: «Lasci l’alloggio di edilizia pubblica a chi ne ha bisogno». Ma evidentemente Dessì non ritiene di dover sloggiare. Con buona pace di chi è sotto sfratto. Di rischia di finire sotto i ponti, non avendo la possibilità di pagare affitti al costo corrente. O di usufruire dell’assegnazione di una casa popolare. Come lui…

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