Roba da pazzi, Giuseppe Conte e gli applausi finti in Aula, l’ex M5s Angiola: “Mi hanno telefonato per dirmi di applaudire”

L’applauso per Giuseppe Conte in Aula al Senato? Tutta una montatura. Almeno stando a quanto riferisce un ex Cinque Stelle ad Augusto Minzolini: “Mi hanno telefonato da Palazzo Chigi – racconta il deputato Nunzio Angiola nel retroscena sul Giornale – per raccomandarmi di applaudire a lungo l’intervento di Conte alla Camera, come il miracolo del Cristo che cammina sulle acque.

E io gli ho risposto: avete sbagliato numero, io sono un ex grillino“. Il premier, tornato dal vertice europeo con poco più di 208 miliardi di euro nella saccoccia, è stato accolto da una vera e propria standing ovation dalla maggioranza giallorossa, riunita con l’opposizione per ascoltare quanto accaduto a Bruxelles.

Eppure pare che la “macchina, così la chiama Minzolini, del consenso 5stelle nell’organizzazione del trionfo del nuovo Napoleone in Parlamento, si sia mossa”.

Un dettaglio che non è passato inosservato neppure all’attenta Daniela Santanchè, che in merito all’ovazione, ha tuonato: “Questo inizio di seduta mi ha evocato un film di Fantozzi, i 92 minuti di applausi. Ma detto questo vorrei che tutti tornassimo seri. Ha visto presidente che in queste ore, in questi giorni, ci siamo comportati da patrioti: questo noi siamo. Abbiamo tifato per l’Italia, anche in Europa.

Ma le devo dire con la stessa chiarezza che a parti inverse, probabilmente, avrebbero tifato per Rutte presidente, e lei di questo ne deve essere consapevole”. 

Ma la trasformazione del premier in una sorta di eroe non è finita qui. Il giorno dopo Marco Travaglio, dall’alto del suo Fatto Quotidiano, ha incensato il suo presidente del Consiglio. “In pochi mesi – nota Minzolini – Travaglio è diventatoil primo adulatore del premier senza pudore, al cui cospetto Ugo Intini, nel dirigere all’epoca l’Avanti!, appare oggi come un anarchico nel Psi di Bettino Craxi, mentre il compianto Sandro Fontana, per quello che scriveva da direttore del Popolo democristiano, come un feroce oppositore di Arnaldo Forlani”. Insomma, la propaganda guidata dal portavoce Rocco Casalino si è mossa, ma chissà se ha fatto brecca.

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