[Rivelazioni] Tarro: “Il virus si può curare. Vi spiego tutto quello che non vi dicono sul Covid”

“La soluzione non sarà il vaccino”, ma “il virus senz’altro si può combattere anche nei casi più gravi”. A dirlo è Giulio Tarro, medico e virologo di fama ed esperienza internazionale: “Per i casi più clinici la risposta più efficace si trova negli anticorpi. Gli anticorpi dei guariti per quelli che sono malati in fase critica, prima di passare al ventilatore”, spiega Tarro, ricordando anche i riscontri positivi che si hanno dall’impiego di “diversi antivirali già utilizzati ad oggi”. Insomma, vale la pena investire sulla terapia sierologica.

“Ha senso concentrarsi su questa terapia, perché abbiamo già a nostra disposizione gli anticorpi dei guariti che possiamo ricavare con la plasmaferesi, una tecnica di separazione del sangue che viene usata per diversi scopi”, chiarisce Tarro in un’intervista a Libero realizzata da Paolo Becchi. “La cura con il plasma dei pazienti guariti da Covid19 si sta sperimentando in tutto il mondo. È una terapia, dimostrata con lavori scientifici pubblicati, che consiste in 200 ml di plasma i quali in 48 ore azzerano il virus. Non sono notizie campate in aria, ma pubblicate su giornali scientifici“, prosegue, spiegando che la terapia al plasma ha già avuto riscontri positivi nella cura di altre epidemie da Coronavirus, ma invitando anche a non sottovalutare neanche l’antimalarico, “che sta dando ottimi risultati”. Quanto al vaccino, invece, Tarro chiarisce che difficilmente potrà essere la soluzione. Intanto perché ancora non c’è e poi perché il virus muta e quindi la copertura non potrà essere totale.

Il medico si mostra poco propenso a crede che il virus sia “sfuggito” da un laboratorio e sottolinea che, anche dal punto di vista del suo andamento, “si comporta come i virus influenzali”. Emerge, colpisce, fa esplodere l’epidemia e poi, con l’estate, rientra. Nel frattempo, buona parte della popolazione dovrebbe essersi immunizzata. Secondo uno studio inglese, in Italia si tratterebbe del 60% dei cittadini. “A mio avviso, il Covid19 potrebbe sparire completamente come la prima Sars, oppure ricomparire come la Mers, ma in maniera localizzata o cosa più probabile diventare stagionale come l’aviaria. Per questo serve una cura più che un vaccino”, ribadisce il medico, per il quale, anzi, sulla base di diversi studi internazionali e di alcune evidenze emerse da questa pandemia, la vaccinazione anti influenzale potrebbe essere tutt’altro che d’aiuto.

Quanto a come sia stata gestita l’emergenza in Italia, Tarro parla di “una tempistica poco felice”. Certe misure a suo avviso sono state “varate in ritardosull’effettiva convenienza ma al momento giusto, se vogliamo dire così, per aumentare stress e panico”. “Stress e panico – aggiunge – di cui qualcuno sicuramente dovrà pagare il conto”. “A gennaio quando si è saputo dell’epidemia in Cina, l’Italia non ha fatto nulla. La Francia, che non aveva nel tempo ridotto le terapie intensive, a inizio anno si è preparata e le ha raddoppiate. Noi no, siamo arrivati tardi“, sottolinea Tarro, chiarendo che sarebbe stato “favorevole alla ricetta utilizzata in Israele e quindi alla protezione degli anziani, lasciandolo però circolare tra i più giovani, che hanno maggiori difese immunitarie verso questo virus”. Perché, sottolinea, “sarebbe stato auspicabile parlare di immunità di gregge partendo dai giovani“.

E ora? “Possiamo riaprire e se sì come?”, chiede il cronista. “Sì che possiamo riaprire tutto, sarebbe sciocco fare diversamente. Io riaprirei i teatri, i cinema, gli stadi, insomma tutto. Hanno già riaperto tutti, non capisco perché noi in Italia non lo facciamo”, risponde il virologo. “Bisogna riaprire, certo con intelligenza e buon senso, ma non possiamo morire di fame o sviluppare malattie mentali per questo motivo”, sottolinea ancora aggiungendo di trovare “esagerati” i protocolli e il distanziamento. “Le malattie infettive si sono, da sempre, combattute con l’isolamento dei soli soggetti infetti. Nell’affrontare il Covid19 si sono isolate, in teoria, milioni di persone non isolando de facto i soggetti infetti. Il sistema di monitoraggio si è rilevato molto poco efficiente. Le abitazioni, gli ospedali ma soprattutto le Rsa si sono rilevati ambienti assai confortevoli per il virus. A mio avviso si è fatto il contrario di quello che andava realmente fatto”, conclude Tarro, invitando al buon senso anche nell’uso delle mascherine.

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