Rita Dalla Chiesa sulla strumentalizzazione della sinistra: “A Venezia si fa campagna elettorale. Il ‘doc’ sul fascismo di pessimo gusto”

La scelta di presentare alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia un documentario sulla ‘Marcia di Roma’, a 20 giorni dal voto in Italia, “è stata di pessimo gusto. Sicuramente ci sono stati due pesi e due misure”. E’ lo sfogo di Rita Dalla Chiesa .”Io mi ero rassegnata al blocco per l’uscita della fiction su mio padre perché c’era una legge, e io sto attenta alle regole. Ma poi vedere che al Festival di Venezia permettono la presentazione di un documentario come ‘Marcia su Roma’ lo trovo come minimo poco equo”. All’Adnkronos la popolare conduttrice e candidata nel centrodestra in FI affida il suo sfogo amaro. Alle Giornate degli Autori, il docufilm ‘Marcia su Roma’ del regista irlandese Mark Cousins ha finito per trasformarsi anche in una “marcia contro la Meloni”. Non solo il regista è entrato a gamba tesa nel clima preelettorale, esprimendo forti preoccupazioni su una possibile vittoria del centrodestra.  Ma al termine del film è apparsa l’immagine Giorgia Meloni mentre incontra diversi protagonisti della scena internazionle, da Bolsonaro ad Orbàn.

Si contiene la figlia del Generale Dalla Chiesa. C’è un paradosso. Un uso di due pesi e due misure che pesa come un macigno. Dopo l’assurda cancellazione della fiction tanto attesa su suo padre dai palinsensti Rai per motivi di par condicio, osservare come al Festival del cinema si tolleri un clima di propaganda è piuttosto ripugnante. Mostra di Venezia sempre più rossa ha titolato ieri il Secolo d’Italia. Nulla in questa campagna elettorale si è svolto sutto l’insegna dell’obiettività, dice la popolare e amatissima conduttrice: “Potrei dire di più ma ho rispetto per una campagna elettorale che deve andare avanti in modo civile, me lo sono imposto. Non mi permetto di giudicare le scelte delle Giornate degli Autori della Mostra – affonda-. Ma credo che sia stato uno sbaglio. Un conto è una fiction su un pezzo di storia della nostra vita, di storia italiana, un conto questo documentario. Mi sono resa conto anche io dell’enormità del paradosso”.  Poi racconta poi un eloquente episodio:

“Io oggi ero ad una cerimonia in onore di mio padre. Sono talmente ancora sotto scacco delle persone che mi stanno macellando ogni centimetro della carne, del cuore, del cervello, criticando la mia scelta di scendere in politica, che quando mi hanno chiamato sul palco per consegnarmi il riconoscimento avevo perfino paura. E ho detto a mia sorella ‘vai tu’. Questa cosa però deve finire”: La Dalla Chiesa conclude con una riflessione: “Forse le ribellioni prima o poi arrivano dalle persone, se vedono una campagna elettorale che non viene portata avanti in modo equo, giusto, civile. Ci sono stati troppi sbagli”.

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