Retata di cristiani in Cina: in manette vescovo, preti e seminaristi. Hanno detto no a Pechino

Lo schieramento di 100 poliziotti, l’assalto alla piccola fabbrica usata come seminario, l’arresto – una vera e propria retata – dei sacerdoti, degli insegnanti,degli stessi seminaristi. È drammatico il racconto che l’agenzia di stampa cattolica AsiaNews fa dell’ultimo attacco sferrato in Cina dal governo ai cattolici, avvenuto due giorni fa e seguito, ieri, dall’arresto del vescovo Giuseppe Zhang Weizhu.

In soli due giorni, ha riferito AsiaNews,«un’operazione delle forze di polizia della provincia dell’Hebei ha azzerato quasi tutto il personale ecclesiastico della prefettura apostolica di Xinxiang». La stessa agenzia ha dato anche notizia dell’arresto, avvenuto ieri, di monsignor Weizhu, che ha già subito in passato diversi arresti e scontato numerosi periodi di prigionia.

«Il 20 maggio – ha riferito l’agenzia diretta da padre Cervellera, che sta per tornare ad Hong Kong – nel primo pomeriggio almeno 100 poliziotti della provincia dell’Hebei (da Cangzhou, Hejian, e Shaheqiao) hanno circondato l’edificio usato come seminario diocesano a Shaheqiao (Hebei). Xinxiang, infatti, usava come seminariouna piccola fabbrica di proprietà di un cattolico dell’Hebei». La polizia, dopo aver fatto irruzione nell’edificio, ha arrestato quattro sacerdoti, insegnanti del seminario, e altri tre sacerdoti che svolgevano lavoro pastorale. Fra gli arrestati ci sono anche dieci seminaristi, che ricevevano le lezioni. Altri, secondo quanto riferito dalle autorità civili cinesi, potrebbero essere scappati e sono ora oggetto di una caccia all’uomo, che procede casa per casa. Anche il proprietario della fabbrica, chiusa dalla polizia, è finito agli arresti.

«La prefettura apostolica di Xinxiang non è riconosciuta dal governo cinese. Per questo, tutte le attività di sacerdoti, seminaristi e fedeli sono considerate “illegali” e “criminali”», ha ricordato AsiaNews, sottolineando che la portata dell’operazione fa pensare a un’azione programmata da tempo. L’agenzia quindi ha spiegato che «secondo molti osservatori», la persecuzione contro i cattolici si sarebbe fatta più aspra dopo la firma dell’Accordo provvisorio fra Cina e Santa Sede. Nelle premesse dell’Accordo, che riguarda solo la nomina di nuovi vescovi, c’era una sorta di tregua sulla situazione della Chiesa in Cina, in vista di un confronto più ampio tra Vaticano e Pechino. Per questo, ha concluso AsiaNwes, «per molti fedeli “l’Accordo è stato tradito”».

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