Report, agguato al centrodestra in Liguria a urne aperte: ecco le conseguenze

Il servizio ad urne aperte proposto da Report sulla Liguria fu al centro di un aspro dibattito politico. Quello della trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci era sembrato un intervento a gamba tesa contro il centrodestra, che dopo la caduta per mano giudiziaria di Giovanni Toti si contendeva la regione (l’intervento a gamba tesa, però, non aveva sortito gli effetti sperate: a imporsi alle regionali di ottobre fu Marco Bucci per il centrodestra, a uscirne sconfitto il piddino Andrea Orlando).

Ora, a distanza di un mese dalla messa in onda del servizio, si apprende che il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, nella riunione del 26 novembre 2024, ha esaminato la segnalazione relativa alla puntata di Report del 27 ottobre 2024 e, in particolare, al servizio “Liguria Nostra“. Pur non ravvisando violazioni dell’attuale normativa sulla par condicio, si è posta la questione della messa in onda di trasmissioni informative durante il periodo del silenzio elettorale. L’Autorità ha rilevato che, in assenza di specifiche prescrizioni normative che disciplinino la messa in onda di programmi informativi durante il periodo di “silenzio elettorale”, in passato è stato osservato un generale principio di self-restraint da parte delle emittenti televisive. Ossia: la consuetudine sarebbe stata quella di non trasmettere simile servizio.

Dal combinato disposto delle norme in materia di silenzio elettorale e di quelle in tema di gestione dei programmi di informazione, secondo l’Agcom, può dedursi l’esistenza di un principio di prudenza nella messa in onda di programmi informativi durante il periodo di silenzio elettorale. Tanto più considerando che la programmazione di una trasmissione in tale periodo esclude di per sé, in concreto, ogni possibile misura ripristinatoria, nonché ogni eventuale possibilità di replica. Tale principio deve indurre le emittenti, ed in particolare la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, a valutare con estrema attenzione la messa in onda di programmi informativi che riguardino candidati o tematiche elettorali nei giorni del silenzio elettorale, limitandoli al solo caso in cui ciò sia necessario a garantire la completezza dell’informazione in relazione a fatti di cronaca nuovi, strettamente correlati all’attualità di quegli stessi giorni, evitando di trattare tematiche che, pur correlate ai candidati e alle vicende elettorali, riguardino questioni che, nella piena libertà editoriale delle emittenti, potrebbero trovare più idonea collocazione nel periodo antecedente quello dal silenzio elettorale, fanno sapere sempre dall’Agcom. 

Tale principio vale evidentemente, a maggior ragione, anche per le repliche di programmi già trasmessi, In ragione di tali considerazioni, l’Autorità, su proposta del Presidente, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, ha richiamato la società Rai-Radiotelevisione Italiana, in qualità di concessionaria del servizio pubblico, nonché, in via generale, tutte le emittenti televisive a valutare con estrema attenzione nei giorni del silenzio elettorale la messa in onda di programmi informativi che riguardino candidati o tematiche elettorali, limitandoli al solo caso in cui ciò sia necessario a garantire la completezza dell’informazione in relazione a fatti di cronaca nuovi, strettamente correlati all’attualità.

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