Renzi, chiesto il rinvio a giudizio per il “babbo” sul dossier Consip

Chiesto il rinvio a giudizio per Tiziano Renzi, padre del leader di Italia Viva, per l’ex parlamentare Italo Bocchino, per Alfredo Romeo, per l’ex senatore Denis Verdini e per altri 7 individui rimasti coinvolti nella maxi-inchiesta sul caso Consip. A prendere questa decisione è la procura della Repubblica di Roma, che ha agito in seguito alla delibera del giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo, il quale lo scorso febbraio aveva disposto nuove investigazioni sulla vicenda.

Nei confronti del padre di Renzi ci sono le accuse di traffico di influenze illecite e turbativa d’asta, mentre l’imprenditore Alfredo Romeo è indagato per traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d’asta, Italo Bocchino per influenze illecite, turbativa d’asta e reati tributari e Denis Verdini per turbativa d’asta e concussione. Il pm Mario Palazzo ed il procuratore aggiunto Paolo Ielo hanno inoltre chiesto il processo anche per Carlo Russo, imprenditore vicino a Tiziano Renzi, per Silvio Gizzi, ex amministratore delegato di Grandi stazioni, per Domenico Casalino, ex amministratore delegato Consip, e per Francesco Licci. Per questi la richiesta di rinvio a giudizio arriva rispettivamente per turbativa d’asta ed estorsione, per turbativa d’asta, traffico di influenze illecite e turbativa d’asta e per traffico d’influenze illecite. Nel mirino degli inquirenti anche Ignazio Abrignani, ex parlamentare, ed Ezio Bigotti (accuse di turbativa d’asta e concussione per entrambi).

Secondo quanto riferito da Agi, che ha riportato il contenuto delle carte, Russo e Renzi avrebbero incitato Luigi Marroni, ex amministratore delegato di Consip, al “compimento di atti contrari al proprio ufficio e consistenti nell’intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4”. L’illecito sarebbe stato commesso anche su Francesco Licci, presidente della commissione aggiudicatrice, per”facilitare la Romeo Gestioni partecipante a detta gara mediante l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti”.

Non solo. Carlo Russo, spiega l’accusa come riferito da Agi, “agiva in accordo con Tiziano Renzi, sfruttando relazioni esistenti con Silvio Gizzi, l’allora ad di Grandi stazioni e presidente della commissione di gara indetta da tale società per i servizi di pulizia, si faceva promettere da Alfredo Romeo utilità consistenti in somme di denaro periodiche”. Soldi richiesti come “prezzo della propria mediazione illecita costituita dal convincere Gizzi a favorire la Romeo gestioni Spa”.

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