Renan, la Meloni zittisce Augias: “Lo citerò ancora. La cultura non è il feudo della sinistra”

Avercene, tutti i giorni, di polemiche come quella tra Giorgia Meloni e Corrado Augias, di cui dà conto oggi Repubblica. Lame incrociate tra i due nientedimeno che su Ernest Renan, citato dal premier che in occasione della ricorrenza del 17 Marzo ne ha ricordato una delle frasi più celebri: «La nazione è un plebiscito che si rinnova ogni giorno». Anche volendo, non ne avrebbe trovata una più calzante, dal momento che in quello stesso giorno del 1861 nasceva lo Stato italiano. Il nome di Renan ha invece fatto sobbalzare dalla sedia Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, che ha accusato la Meloni di aver citato «il teorico della razza ariana». Lo scontro ha richiamato l’attenzione di Augias, intervenuto con un articolo in cui ha intimato destra e sinistra a «mettere giù le mani da Renan».

E se Fratoianni aveva sbagliato a fare del pensatore francese un precursore delle SS, Meloni aveva esagerato nel presentarlo come un «alfiere del nazionalismo». Un accusa subito rintuzzata dal premier in una lettera a Repubblica. «Qualcosa non torna – vi si legge -. Perché quel presunto autore impresentabile, prima di me, è stato citato da molti altri, tra cui ad esempio Antonio Gramsci e Giovanni Spadolini, e considerato tra gli autori preferiti di François Mitterrand, non esattamente personalità di estrema destra». Come a dire: che colpa ho io se Fratoianni non sa neppure chi sia Renan? È stata la sua improvvida sortita, rileva la Meloni, «a creare una polemica» sfociata in un «inevitabile cortocircuito nella sinistra», di cui il citato articolo di Augias sarebbe, appunto, il “suggello”.

In ogni caso, a «mettere giù le mani da Renan» lei non ci pensa neppure. «Intendo continuare a usare lui e ogni altro autore che abbia detto o scritto cose che condivido». E bolla come «vulgata ridicola» quella secondo cui «se citi un autore, o semplicemente lo leggi, lo etichetti o te ne appropri». Invece, sottolinea il premier, «io non ho mai pensato che la letteratura potesse essere “nostra” o “loro». Infine, l’affondo: «Questa è l’idea di cultura che ha certa sinistra, e lo scrivo esattamente per questo. Perché è un’idea di cultura che intendo combattere». Ineccepibile. Al punto che ad Augias non è restato che convenire garbatamente sul fatto che la sua espressione “alfiere del nazionalismo” «può essere impropria per eccesso di concisione». Chissà se Fratoianni avrà ora imparato chi fosse Renan.

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