Recovery Fund, Draghi delude la Ue ma Orlando dà la colpa a chi ha affossato Conte. È come un cane che si morde la coda

Recovery Fund, il premier Mario Draghi oggi alla Camera per illustrare il piano di ripeesa e resilenza approvato dal Consiglio dei ministri. Mercoledì pomeriggio il passaggio al Senato. Secondo quanto si apprende, il premier avrebbe sottolineato ieri l’importanza di andare in Aula per sottoporre il piano sul Recovery al giudizio di Camera e Senato, lasciando intendere che si tratta di un testo non blindato, ma aperto a migliorie. Draghi, riferiscono alcuni ministri, avrebbe assicurato che il passaggio alle Camere del Piano sarà fatto nel rispetto delle prerogative parlamentari.

”Siamo l’unico Paese che ha dovuto affrontare un passaggio così delicato nel pieno di una crisi di governo. Prima per l’instabilità del Conte bis e poi per la caduta dell’esecutivo, abbiamo dovuto interrompere il lavoro di preparazione del Pnrr. La crisi, come avvertivamo in quei giorni, non è certo una cosa utile”. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘, se la prende con quelli che c’erano prima.
”Abbiamo dato tutte le garanzie e la figura di Draghi ha aiutato a impersonificarle, ma il Recovery è uno sforzo serio e questi tre mesi sono serviti a completare la parte delle riforme di sistema, che sapevamo essere la più debole. C’è stata una riscrittura profonda, per offrire una risposta più articolata e compiuta. Al netto di questo, il piano riprende negli obiettivi larghissima parte dell’impostazione precedente. In Cdm il premier ha ringraziato anche il governo Conte per il lavoro fatto. Questo è il secondo tempo di una partita che abbiamo giocato bene, vincendo il primo con la conquista dei fondi e la definizione della fisionomia del Recovery”.

”La figura e il prestigio di Draghi ci aiutano, ma non cancellano da soli i pregiudizi anti-italiani radicati negli anni e i limiti strutturali del Paese -prosegue Orlando-. È un mix, i pregiudizi vanno respinti e i problemi vanno affrontati. L‘Europa investe in Italia 200 miliardi di debito comune, non mi sembra strano che voglia garanzie sull’altissima evasione fiscale, la fortissima evasione contributiva, la piaga del lavoro nero”.

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