Ramelli, con Frassinetti al Molinari c’è anche Bruno Tinelli. E non potevano mancare i soliti 30 imbecilli al grido: “Fascisti carogne…”

Un gruppo di una trentina di irriducibili della Rete Milano Antifascista, fra i quali anche alcuni docenti e rappresentanti di Cobas e Usb, ha contestato stamattina la visita del sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, che si è recata all’Istituto Molinari di Milano per rendere omaggio alla memoria di Sergio Ramelli, lo studente brutalmente aggredito sotto casa dal servizio d’ordine di Avanguardia Operaia il 13 marzo 1975 e morto per le ferite riportate il 29 aprile, dopo una lunga agonia. Con Frassinetti c’era anche Bruno Tinelli, il fratello di Fausto, il ragazzo di sinistra ucciso il 18 marzo 1978 insieme a Lorenzo “Iaio” Iannucci davanti al Leoncavallo, alla cui memoria entro marzo il sottosegretario renderà un omaggio simile a quello reso a Ramelli: porterà dei fiori al liceo Brera, che Fausto frequentava.

Frassinetti, che era accompagnata tra gli altri dal senatore Sandro Sisler, dal deputato Fabio Raimondo e dal rappresentante della Città Metropolitana, Pino Pozzoli, ha deposto un mazzo di fiori sotto la targa che nell’istituto ricorda Ramelli e in un comunicato ha ringraziato sia «gli studenti del Molinari che mi hanno accolto nel loro istituto e dei quali condivido il comunicato dove si dicono contrari ad ogni violenza» sia il fratello di Tinelli «per la significativa presenza». Fu proprio Frassinetti, all’epoca assessore all’Istruzione della Provincia di Milano, a far apporre al Brera una targa per Tinelli.

Dunque, da sempre il sottosegretario è impegnato per un percorso di pacificazione intorno a quei terribili anni. Un impegno che, insieme alla presenza di Bruno Tinelli, fa apparire come ancora più farneticanti le contestazioni alla sua visita di oggi al Molinari, dalla quali perfino l’Anpi Milano, attraverso una dichiarazione del presidente Roberto Cenati, ha voluto prendere nettamente le distanze, chiarendo di non aver partecipato al presidio. «Fascisti carogne tornate nelle fogne», hanno urlato tra l’altro i contestatori, imputando «vergogna» tanto a Frassinetti quanto al preside che l’ha accolta per una visita che hanno definito «strumentale». «Ramelli lo vogliamo ricordare per quello che era e senza censura: un picchiatore fascista», hanno sostenuto i manifestanti, in un totale delirio ideologico.

Frassinetti, che già si era detta sconcertata per l’annuncio della contestazione, ha rilasciato un comunicato chiaramente volto a non alimentare le polemiche. Un elemento però lo ha voluto aggiungere: «Ho anche ricordato – si legge nella nota – che proprio in quella scuola un professore consegnò agli estremisti di sinistra il tema di Sergio contro le Br e da lì iniziò il suo calvario». Un chiaro richiamo alla responsabilità dei più adulti, perché facciano argine e non sponda alla reiterazione degli stessi ottusi, drammatici errori di allora. Anche nel corso del suo intervento alla cerimonia Frassinetti ha voluto rivolge un invito alla riflessione: «Sergio Ramelli – ha detto – è stato ucciso da chi si diceva antifascista», quindi nell’antifascismo «ci sono tante sfaccettature». «A quell’epoca l’antifascismo militante era rovente, penso che adesso sia cambiato tutto e che sia importante parlare di libertà, partecipazione e democrazia. Chi è per questi valori qui – ha aggiunto – non penso possa definirsi fascista».

All’«ufficiale ricordo» di Sergio Ramelli reso da Frassinetti si è voluto unire il presidente del Senato, Ignazio La Russa, citando anche l’omaggio che anche il sindaco Giuseppe Sala, ogni anno con una corona di fiori, rende al parco che porta il nome dello studente. «È vergognosa, al di là di ogni legittima posizione politica, la contestazione di sedicenti antifascisti che meglio sarebbe qualificare pretestuosamente ignoranti», ha poi sottolineato La Russa, ricordando che «gli atti pubblici del processo contro i suoi assassini infatti, hanno confermato in sentenza che Sergio Ramelli mai si era reso responsabile di un qualsiasi gesto di provocazione e ancor meno di violenza». «Bene ha fatto il sottosegretario Frassinetti – ha detto ancora la seconda carica dello Stato – ad accomunare il suo ricordo a quello di Tinelli. Anche io, a Sergio, Fausto e Iaio, ho dedicato nel mio primo discorso al Senato da presidente, il mio commosso pensiero». «Mi aspetto che tutte le forze politiche si associno al gesto di Paola Frassinetti. Senza se e senza ma», ha concluso il presidente del Senato.

«Vicinanza e solidarietà al preside dell’Its Molinari di Milano e al sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti per le vergognose contestazioni subite» sono arrivate anche dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, sottolineando che Ramelli «viene così ucciso due volte: da coloro che lo hanno ammazzato per aver scritto un tema contro le Br e da quelli che oggi ne contestano il ricordo istituzionale». Lollobrigida, quindi, ha parlato di «inaudita vergogna» per il fatto che «in Italia ci sia ancora chi ricordi con nostalgia anni terribili di violenze» e ha ricordato che «le forze politiche, tutte, hanno il dovere di condannare queste vili contestazioni e partecipare unitariamente a commemorazioni utili soprattutto a ricordare per non rivivere mai più quei tempi».

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