Questo premier ci prende per il culo. Dopo averci fatto invadere, e i porti restano ancora aperti, Conte: “Dobbiamo essere duri e inflessibili sui migranti”. Cosa?

Prima Luigi Di Maio, con un’inversione salviniana che fa arrabbiare gli alleati dem. Ora Giuseppe Conte. Di fronte alla Sicilia al collasso, alla raffica di sbarchi e alle fughe degli immigrati per evitare la quarantena, il premier scopre l’emergenza immigrazione.

E parla come un esponente dell’opposizione. Dopo aver spalancato i porti e firmato la sanatoria voluta dalla Bellanova. “Non si entra in questo modo”, osserva candido l’avvocato del popolo. Mentre la maggioranza litiga sul decreto sicurezza.

Il ministro degli Esteri chiede il sequestro dei barconi e Conte rilancia per non farsi scavalcare. “Soprattutto in questo momento di fase acuta non possiamo permettere che la comunità internazionale sia esposta ad ulteriori pericoli non controllabili. Ci sono migranti che tentato di sfuggire alla sorveglianza sanitaria. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo essere duri e inflessibili”. Un pugno di ferro tardivo. Esibito ma non applicato a leggere le cronache quotidiane.

È quella la strada”, aggiunge Conte.  “Io stesso ho scritto una lettera al presidente tunisino. E sono contento che abbia fatto visita ai porti per rafforzare la sorveglianza costiera. Dobbiamo contrastare i traffici, dobbiamo contrastare l’incremento degli utili da parte dei gruppi criminali che alimenti questi traffici illeciti. Dobbiamo continuare in questa direzione, dobbiamo intensificare i rimpatri”.

Infine la tentazione della task force, sempre dietro l’angolo. Per confondere le acque e prendere tempo. “Abbiamo fatto una riunione con i ministri competenti con cui siamo ancora in quotidiano contatto. Con Di Maio, con la ministra Lamorgese, il ministro Guerini, la Ministra de Micheli, stiamo lavorando per evitare che questi traffici possano continuare”. E mentre parla continuano senza sosta gli sbarchi.

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