Questione di screening e di specchiati. In Toscana l’Asl sbaglia elenco e invita gli uomini a fare la mammografia

Gentile signor Mario Rossi, con la presente la invitiamo presso la nostra sede per sottoporsi a mammografia“. I paradossi della burocrazia non finiscono mai di stupire. E questo appena evidenziato ricorrendo al più abusato dei nomi di fantasia è sbocciato tra le scrivanie dei celebrati burocrati della “rossa” Toscana. È infatti accaduto che l’Asl di Nord-Ovest abbia inviato a utenti di sesso maschile un invito evidentemente destinato alle donne. Le uniche, del resto, ad essere interessate allo screening della mammografia. Per gli uomini in indirizzo l’invito c’era, ma riguardava l’esame per il controllo colon-rettale.

Evidente l’imbarazzo dei responsabili dell’Asl, che hanno parlato di «disguido» legato all’associazione degli elenchi delle persone da convocare per gli screening. L’errore si è verificato nei giorni scorsi e riguarda l’ambito territoriale di Lucca. Ma non è l’unica falla riscontrata. Altri disguidi si registrano infatti anche per la mancata comunicazione di orario e sede dell’esame. «Gli inviti – si difende la responsabile del servizio Lidia Di Stefano – sono partiti nei giorni scorsi e i nostri operatori del Centro screening il 14 dicembre si sono accorti del disguido. Purtroppo nel momento in cui è emerso il problema non era più possibile bloccare il lotto perché già nella disponibilità di Poste italiane per la consegna».

La frittata, insomma, era fatta. A quel punto, l’Asl ha dovuto preparare altre lettere e inviarle alle veredestinatariecon comunicazioni finalmente corrette quanto a sede e orario della mammografia. Per quanto invece riguarda gli uomini, l’Asl Toscana ha proceduto a tracciarne i nominativi per poi contattarli telefonicamente con tanto di scuse. Anche loro, tuttavia, presto riceveranno la comunicazione corretta per l’esecuzione dello screening del colon retto. Passato l’imbarazzo per la figuraccia rimediata, l’Asl si è già impegnata ad apportare gli opportuni  correttivi sul sistema di spedizione affinché – spiegano i responsabili – «non si ripeta più un episodio analogo». Noi, però, incrociamo le dita.

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