Pomodori sui “Girasoli” di Van Gogh: lo sfregio delle seguaci “gretine” (Video)

Vedere calare quella polpa di pomodoro rosso sui girasoli di Van Gogh fa male alla vista e al cuore. Quel rosso che cola sulle corone gialle dei fiori e copre il dipinto, sfregiandone storia, bellezza e valore simbolico, ha l’effetto choc di assistere allo scempio di un viso insanguinato, deturpato da una ferita che sanguina. Che è esattamente quanto accaduto alla National Gallery di Londra, dove gli attivisti di Just Stop Pil hanno richiamato l’attenzione sulla loro battaglia ecologica per il clima e contro la produzione di combustibili fossili, gettando due barattoli di zuppa di pomodoro contro i Girasoli di Vincent Van Gogh.

L’attacco contro l’opera simbolo del pittore olandese, che non è stata danneggiata solo grazie al vetro che la protegge, ha suscitato scalpore fra i visitatori del museo, che hanno immediatamente chiamato la sicurezza. Nel frattempo, subito dopo il gesto vandalico le attiviste si sono cosparse le mani di colla e si sono appiccicate alla parete sulla quale è appeso il mitico quadro. «Cosa vale di più, l’arte o la vita?», ha gridato rivolta ai visitatori la londinese Phoebe Plummer, una delle attiviste, accompagnata dalla ventenne Anna Holland, di Newcastle.

E ancora. «Vale più del cibo? Più che la giustizia? Siete più preoccupati per la protezione di un dipinto o per la protezione del nostro pianeta e delle persone?». Temi universali che sono a infrangersi su quella preziosa tela, universalmente conosciuta e ammirata. Un opera d’arte usata dalle due attiviste che, mentre la zuppa di pomodoro colava facendola sanguinare, hanno continuato a dire: «La crisi del costo della vita deriva dal costo della crisi petrolifera. Il combustibile è inaccessibile a milioni di famiglie che non sanno come riscaldarsi e hanno fame. Non possono permettersi nemmeno di scaldare un barattolo di zuppa».

Non solo. «Questo non è The X Factor», ha affermato il portavoce del movimento Alex De Koning. «Non stiamo cercando di fare amicizia qui. Stiamo cercando di apportare un cambiamento e sfortunatamente questo è il modo in cui i cambiamenti avvengono». Parole che tendono a giustificare. Di più: a rivendicare un gesto plateale, realizzato con veemenza di intenti e virulenza di modi. E che proprio nella sua platealità e ostentazione violenta ha segnato i limiti dell’iniziativa e scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica.

Perché quel raid dei militanti ecologisti votati alla protesta anti-petrolio. Esattamente come la tela di Constable attaccata sempre alla National Gallery di Londra, ma tre mesi fa, va a schiantarsi contro un simbolo, patrimonio di tutti. Un oltraggio che è costato alle due attiviste l’arresto. E che, come spesso accade, anche in questo caso, ha dimostrato una volta di più che il fine non giustifica i mezzi. E non nobilita la causa, neanche la più considerevole…

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