Pnrr, la falsità di Conte: “Pronto a un tavolo”. Bonomi ricorda: fu lui a sbagliare il Piano

Nel dibattito che si è aperto sulle criticità del Pnrr, sulle quali il governo sta già lavorando in un clima di collaborazione con la Commissione Ue, arriva la disponibilità di Giuseppe Conte a “sedersi a un tavolo” per “dare il proprio contributo nell’interesse comune”. Una “mano tesa al Paese intero”, ha detto il leader M5S, non senza forti accenti propagandistici. La disponibilità al dialogo è stata accolta positivamente dalla maggioranza, che però ha chiarito che non presterà il fianco a strumentalizzazioni, polemiche e “scaricabarile”. Si tratta, infatti, di una tendenza che emerge chiaramente dalle parole di Conte, che in un articolo a propria firma sul Corriere della Sera ha parlato della volontà di “rimediare ai ritardi collezionati in questi mesi e agli errori sin qui commessi”. Insomma, le criticità di cui si sono resi conto tanto a Bruxelles quanto a Roma sarebbero da imputare all’attuale governo. Senonché, è arrivato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a ricordare che il piano, che fu incardinato proprio da Conte, “era sbagliato in origine”.

Dalle colonne del Corriere della Sera Conte ha assicurato che “il M5S non lascerà nulla di intentato”. “È disponibile a sedersi a un tavolo e a rimboccarsi le maniche per dare il proprio contributo nell’interesse comune, per rimediare ai ritardi collezionati in questi mesi e agli errori sin qui commessi. Dobbiamo farlo tutti, anche coloro che, come noi, sono linearmente all’opposizione”, ha scritto il leader del M5s, volendo anche dettare “due precondizioni a Giorgia Meloni”: “La prima è una grande operazione di trasparenza, assolutamente necessaria a individuare cosa non sta funzionando e dove occorre intervenire. La seconda è l’ascolto delle proposte del M5S e delle altre forze politiche, anche di opposizione, che vorranno offrire il proprio contributo”.

L’operazione trasparenza, in realtà, è già in atto: il governo l’ha avviata immediatamente e rilanciata con estrema forza nel momento stesso in cui con la Ue ha concordato un ulteriore mese di verifica sulla terza tranche di fondi. Quanto alla seconda il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, che ha descritto la volontà di Conte di collaborare come “sicuramente apprezzabile”, ha ricordato che “la collaborazione tra forze politiche è positiva. Ciascuno ha le sue idee, in qualche caso ci può essere qualche suggerimento che viene raccolto”. È stato poi il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos, a sottolineare che non c’è alcuna difficoltà “ad accogliere la proposta di Conte per un tavolo sul Pnrr che ci veda tutti assieme”, avvertendo però che “deve essere un tavolo informativo e partecipativo, che tenga conto della realtà e soprattutto non strumentale a creare polemiche”.

Le prime avvisaglie che invece la direzione possa rivelarsi proprio quella ci sono già stata. Conte, infatti, ha tentato non solo di far passare l’attuale governo come responsabile delle difficoltà, ma anche di far passare se stesso come salvatore della patria. “Vedrete, di questo passo mi accuseranno di aver portato troppi soldi in Italia per nascondere l’imbarazzo di non riuscire a spenderli…”, ha detto ai cronisti. A ricordare, però, come sono andate le cose sul Pnrr ci ha pensato Bonomi, anche lui dalle colonne del Corriere della Sera. “Ricordo com’è nato il Pnrr: a Villa Pamphili nel giugno del 2020. Lì ebbi un confronto con Conte perché noi immaginavamo un Piano che si concentrasse a rafforzare il potenziale di crescita del Paese. Ci siamo invece ritrovati di fronte – ha chiarito il presidente di Confindustria – a una serie di interventi a pioggia”. Dunque, il presidente di Confindustria ha puntato l’indice direttamente contro Conte. Ma non solo contro di lui: “Il piano – ha ribadito – era sbagliato in origine. Capisco i dubbi, ma la Commissione Ue aveva approvato. Scopre che non va bene solo ora?”.

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