By Luca Sablone
Il progetto del premierato è stato rilanciato mercoledì 8 maggio da Giorgia Meloni che, davanti a una platea composta anche da noti personaggi dello spettacolo, ha smontato le balle dell’opposizione su una riforma istituzionale che favorirebbe una deriva autoritaria. Tra i presenti nella lista delle personalità figurava anche don Maurizio Patriciello, che ha replicato a una bordata di Vincenzo De Luca che sulla propria pagina Facebook non ha risparmiato considerazioni al veleno verso i vip che hanno osato prendere parte all’intervento del presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati.
L’attacco di De Luca
Il governatore della Regione Campania ha affidato le sue opinioni alla consueta diretta social con cui si è rivolto direttamente agli utenti. Ha subito ironizzando affermando di aver provato un momento “di grande commozione” nel vedere Meloni illustrare l’idea della riforma sul premierato davanti a “noti costituzionalisti”, tra cui Iva Zanicchi e Pupo. Ed è proprio in quel momento che De Luca, evidentemente non sazio del piglio sarcastico indirizzato ai due cantanti, ha deciso di sferrare un altro attacco.
Così il governatore della Campania se l’è presa con un’altra personalità finita nel mirino per essersi permessa di aver ascoltato il progetto costituzionale: “Un prete del nostro territorio, conosciuto come il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili”. La degna conclusione di un intervento pungente che merita una sottolineatura: il parroco della chiesa di San Paolo Apostolo nel Parco Verde di Caivano è da sempre in prima linea sul fronte dell’impegno per la legalità e spesso paga l’ottimo rapporto con Meloni.
La replica di don Patriciello
Le parole di De Luca non sono passate inosservate e di conseguenza don Maurizio Patriciello, pur rifiutandosi di fornire una replica per le rime, ha voluto rispondere e non far cadere nel buio quanto accaduto. Il prete si è detto “tanto addolorato” per le dichiarazioni pronunciate ma allo stesso tempo, dando una lezione di grande stile, non è voluto scendere sul suo stesso livello e si è tirato indietro dallo sganciare una bordata al veleno.
Ovviamente don Patriciello ha voluto comunque mettersi al riparo da quelle che ha giudicato “offese del tutto gratuite”, facendo notare di essere “abituato da tempo” alle offese e alle minacce che arrivano dalla criminalità locale. Motivo per cui vive sotto scorta. “Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei”, è stata la riflessione del parroco. Che ha provato a chiudere la diatriba: “Dio benedica lei, la sua famiglia, la regione che amiamo”.
Meloni difende il parroco
In mattinata è arrivata la presa di posizione di Giorgia Meloni che, con un post sui social, ha rimarcato le parole di De Luca e ha espresso solidarietà e vicinanza a don Patriciello. Il presidente del Consiglio ha così preso le difese di don Patriciello che continua a essere impegnato per la legalità dove – ha aggiunto il capo del governo – “quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo”.
Meloni ha lanciato una stoccata verso il governatore della Campania ribadendo il totale supporto delle istituzioni al prete: “Invece di aiutarlo, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso”. In conclusione il presidente del Consiglio ha assicurato a don Patriciello che lo Stato è al suo fianco: “Non è solo. Gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici”.
Non si è fatta attendere la replica di De Luca che, ormai senza freni, si è scagliato anche contro Meloni: “Apprendo con animo turbato e contrito che l’on. Meloni ha trovato ‘spaventosa’ una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l’ha caratterizzata. Sono grato e commosso per l’attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento. Mi aspetterei che il presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali.