Pioggia di fuoco sul Libano: decine di raid aerei delle Idf contro gli Hezbollah

By Francesca Salvatore

La “nuova fase” della guerra annunciata da Israele nelle ultime ore potrebbe essere già realtà: le Idf in questi minuti stanno effettuando decine di attacchi nel Libano meridionale, nella zona di Mahmoudiyeh. Lo riferiscono fonti della sicurezza libanese secondo che giudicano i raid di questa sera come i più significativi dall’inizio del conflitto, lo scorso ottobre.

Circa due ore fa, le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato di aver colpito circa 30 lanciarazzi di Hezbollah insieme ad altre “infrastrutture” in attacchi aerei effettuati in Libano giovedì. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa nazionale libanese, gli aerei israeliani hanno preso di mira le città di al-Mahmoudiya, Ksar Al-Aroush e Birket Jabbour, nella zona di Jezzine. Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che quattro persone sono rimaste ferite in un raid israeliano nella città di al-Haniyeh.

Secondo un funzionario israeliano, presso il quartier generale militare israeliano a Tel Aviv sono in corso consultazioni sulla sicurezza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro degli Esteri Israel Katz sono presenti agli incontri. Le riunioni d’emergenza giungono dopo che quest’oggi il comandante in capo, il tenente generale Herzi Halevi, ha approvato i piani “per l’arena settentrionale”.

Al momento, secondo diverse fonti citate dal Jerusalem Post, non esiste un piano imminente dell’Idf per una grande operazione contro Hezbollah, né tanto meno per una vasta invasione di terra. L’Idf – riferiscono – avrebbe ricevuto istruzioni dal governo di aspettare e vedere cosa farà Hezbollah prima di fare una mossa epocale. Resta il giallo sui piani di evacuazione: un comandante di brigata israeliano ha lanciato volantini su alcune zone del Libano meridionale, ordinando ai residenti di evacuare senza autorizzazione, secondo quanto riferito domenica dall’esercito israeliano. I volantini, spesso distribuiti prima delle principali offensive, esortavano i residenti del villaggio di confine di Wazzani a “lasciare immediatamente” le loro case e a rimanere a nord della regione di Khiam “fino alla fine della guerra”. L’esercito israeliano ha successivamente chiarito che non vi erano ordini di evacuazione attivi nella zona. Secondo quanto affermato, un comandante regionale ha preso l’iniziativa senza chiedere la dovuta autorizzazione agli alti ufficiali militari.

Intanto crescono i timori per i cittadini stranieri in Libano: il ministro degli Esteri britannico David Lammy, in una conversazione telefonica con il suo omologo libanese Najib Mikati, ha espresso profonda preoccupazione per le crescenti tensioni e le vittime civili. Lammy e Mikati hanno discusso della necessità di negoziare per ripristinare stabilità e sicurezza nella regione di confine tra Israele e il Paese dei cedri. Lammy ha anche esortato i cittadini britannici a evacuare il Libano, a causa le crescenti tensioni nella regione.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, assicurando che l’Italia è pronta a fare quello che deve fare, come sempre fatto per i connazionali nei momenti di difficoltà. Lo ha dichiarato a Parigi, rispondendo ai giornalisti sulla possibilità che l’Italia abbia elaborato un piano di evacuazione per i nostri connazionali nel caso la situazione nel Paese dei cedri dovesse degenerare.

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