“Piantedosi fa paura. E poi Salvini…”. Santoro cerca di rubarsi la scena con il solito fango che non sporca

Nulla di nuovo da parte di Michele Santoro, che nel suo sfogo televisivo non si è esentato dal recitare il solito copione che prevede sempre le stesse dinamiche: attaccare duramente il centrodestra, prendersela con il governo guidato da Giorgia Meloni e poi – se c’è ancora spazio – passare alla battuta che sfiora l’insulto. Così è stato nella sua ospitata nell’ultima puntata di DiMartedì, programma condotto da Giovanni Floris in onda su La7.

Il giornalista, dopo aver portato avanti con veemenza le sue tesi contro l’invio di armi all’Ucraina, è tornato sul campo della politica italiana e ha criticato in maniera aspra l’attuale esecutivo. “Non sta facendo niente di diverso da quello che già si faceva prima. Magari sta peggiorando un po’ le cose da un certo punto di vista”, è la convinzione di Santoro verso il presidente del Consiglio. Inoltre ha denunciato quella che a suo giudizio sarebbe una tendenza maldestra che starebbe connotando l’operato del governo.

Certamente le opinioni personali sono legittime ed è doveroso farsi un’idea sulle prime mosse del centrodestra alla guida del Paese, ma con onestà intellettuale bisognerebbe riconoscere che in appena cinque mesi non si può rivoluzionare il mondo. Le motivazioni principali sono due: la situazione ereditata è assai complessa e richiede molto tempo per essere incalanata nel binario del rilancio; le risorse a disposizione scarseggiano. Porre rimedio ai disastri della sinistra sarà un processo lungo che andrà giudicato solo al termine della legislatura.

Santoro poi è andato oltre e, a proposito degli spettri del comunismo, ha parlato di Matteo Piantedosi. Anche in questo caso non ha fatto mancare una considerazione personale al veleno: “Mi fa paura solo guardarlo in televisione, già mi spaventa”. L’epiteto non poteva fermarsi semplicemente al ministro dell’Interno e infatti poco dopo è arrivata l’offensiva all’indirizzo di Matteo Salvini sul tema dell’immigrazione.

Il boom di sbarchi sulle coste italiane ha portato Santoro a fornire un consiglio (ovviamente non pratico ma solo con un effetto provocazione) sul modo con cui affrontare l’emergenza degli arrivi dei migranti. Su questo punto ha tirato in ballo il segretario della Lega: “Esponiamo Salvini a Reggio Calabria, sul molo: lo vedono, si spaventano e tornano indietro”. Al di là della battuta infelice sorprende la puntualità con cui ci si arma di tanta ironia sperando di essere simpatici ma finendo per fare uscite del genere.

Non è la prima volta che il giornalista si comporta in tal modo e mette nel mirino sempre le stesse figure politiche. A inizio marzo, alla luce della tragedia del naufragio dei migranti a Cutro, aveva denunciato la “freddezza burocratica” e le “gelide considerazioni” di Piantedosi. In quell’occasione, sempre a DiMartedì, aveva dichiarato che Salvini “quando vede i migranti diventa come un leone affamato che vede un gregge di pecore che gli passa davanti”. I toni si commentano da soli.

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