Cambia le generalità degli spasimanti politici: “Mai usato il nome di Draghi”. Ecco l’ennesima bugia di Letta

Il nome di Mario Draghi al Partito democratico fa gola. Per quello che il premier uscente rappresenta in termini istituzionali e per il messaggio elettorale che il Pd vorrebbe mandare: quello di essere stabili, credibili e competenti, capaci di arginare il caos delle destre e dei grillini.

Eppure, il segretario dem Enrico Letta nega. A Vicenza, all’assemblea territoriale di Confindustria, ha detto: “Non abbiamo mai usato il nome e la figura di Draghi, ma quel che ha fatto sì, e su questo abbiamo fatto la nostra coalizione, che avrei voluto fare più grande, non per colpa mia“.

Ma insomma, che il Pd non abbia mai usato il nome e la figura di Draghi non è affatto vero. I dem, oltre ad averne tessuto le lodi più volte e ad essersi costituiti come l’unica forza politica del sostegno a Draghi “senza se e senza ma”, oltre ad averlo inserito nel corso dell’esperienza di governo nei propri post social come a far intendere sottilmente agli sprovveduti che Draghi fosse “uno di loro”, hanno persino postato il suo faccione su dei manifesti col logo Pd.

È successo a fine luglio a Milano, nel circolo del Partito Democratico “Milano Centro – Aldo Aniasi”, dove è campeggiato per tempo un manifesto elettorale con un sorridente Draghi in primo piano e gli slogan: “L’Italia è stata tradita, il Partito democratico la difende. E voi con chi state?” In basso, il logo del Pd.

La stessa immagine, tra l’altro, è stata postata persino sulla pagina Facebook di Enrico Letta, rilanciata dal suo “ex-amico” Giuseppe Conte e beccata da centinaia di comment inegativi di utenti di sinistra delusi dall’associazione così plateale.

Si sa chi siamo – ha aggiunto Letta per giustificare il suo finto-smarcamento – cosa abbiamo fatto, cosa rappresentiamo e cosa faremo, penso che sia un porto sicuro per il sistema Italia. Altre scelte esporrebbero il Paese a grandissime fibrillazioni sui risparmi, sugli investimenti e sul futuro. In quel maledetto giorno di luglio, in cui l’Italia è impazzita e ha ipotecato il futuro, io ho promesso che mai avrei fatto una alleanza con chi ha fatto cadere quel governo, e ho pagato questa scelta per presentarmi davanti agli elettori. Quell’anno e mezzo può continuare nei metodi e nei contenuti“.

Come a dire che, insomma, il Pd non vuole usare Draghi, anche se in realtà l’ha fatto, e non vuole usare la sua figura, anche se si è più volte posta come sua totale ammiratrice, e non vuole usare la sua visione, anche se in tutta la campagna elettorale non ha fatto altro che attaccare gli avversari colpevoli di aver “tradito Draghi” di voler mandare all’aria la credibilità internazionale “portata da Draghi” e di essere gli unici capaci di continuare l’azione politica imbastita grazie “all’agenda Draghi”. Letta non vuole usare il suo nome, e invece sarebbe il caso che iniziasse a pagargli le royalties.

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