“Pedalando su un filo d’acciaio”: Almanacco Leveranese incontra il Col. Carlo Calcagni, “un uomo che non si arrende”

Rubrica Calcagni – ith24.it

“Inseguo con ogni respiro la vita. Corro per dare un senso all’essere sopravvissuto. Corro per allontanare i fantasmi di un tempo, di un Paese devastato dalla guerra, del sangue sui sedili di un elicottero…”

Il senso della vita del Colonnello del R.O. Carlo Calcagni si concentra in un breve, ma significativo passo del suo libro “Pedalando su un filo d’acciaio”, presentato nella serata di giovedì 11 maggio u.s. nello spazio del Laboratorio Sociale del Comune di Leverano, a cura dell’Associazione Almanacco Leveranese, all’interno della sezione “Incontra persone, storie, idee”.

In una sala gremita di spettatori attenti, il Colonnello si è raccontato, facendo dono prezioso, come sempre fa, del suo tempo, al fine di lasciare una traccia indelebile del proprio passaggio, per dare un senso all’essere sopravvissuto e, soprattutto, per dare voce a chi non può più farlo.
Sempre al fianco degli ultimi, dei “diversi”, delle vittime di ingiustizie e soprusi, di chi non riesce più ad intravedere la luce in fondo al tunnel e non ha speranza, né voglia di andare avanti.


Il Colonnello, invece, nonostante la malattia multiorgano, cronica, degenerativa ed irreversibile di cui è affetto, a seguito della “massiccia contaminazione” da velenose particelle di metalli pesanti, generate dai bombardamenti con uranio impoverito ad opera dei nostri alleati statunitensi, durante una missione internazionale di pace in Bosnia- Herzegovina, ogni giorno, con la grinta e la tenacia di un Uomo che ha fatto del senso del dovere la sua ragione di vita, racconta il suo “Mai Arrendersi” e sprona tutti coloro che incontra a seguire il suo esempio.

Nulla può fermare la sua determinazione e la sua forza di volontà; spinto dal desiderio di trasmettere messaggi di speranza, attraversando lo Stivale, si rivolge soprattutto alle nuove generazioni, spesso etichettate come incapaci o fallite, laddove il fallimento sia invece degli adulti (genitori ed educatori) e della loro incapacità di essere testimoni credibili o guide autorevoli lungo il difficile cammino della crescita degli adolescenti a loro affidati.
La vita è un percorso ad ostacoli, con salite impervie e difficoltose, ma rimane un viaggio bellissimo, da vivere, assaporare e valorizzare istante dopo istante. L’importante è trovare la forza di rialzarsi dalle cadute, come un bambino che impara ad andare in bicicletta e non farsi abbattere mai dalle difficoltà o dagli imprevisti che possono essere sfruttati per aumentare l’impegno profuso e la determinazione necessaria al raggiungimento di un traguardo che non dev’essere un punto d’arrivo, ma sempre un nuovo punto di partenza.

Il Colonnello racconta il valore e l’importanza della verità, del tempo, dello spirito di appartenenza ad un gruppo, il Team Calcagni, dove nessuno è lasciato indietro, ma tutti sanno di poter contare sull’altro, in un “NOI” che si sostituisce all’io.

Sprona ad aver fiducia nel futuro e a credere nel valore dei propri sogni, che non devono essere relegati in un cassetto, a far leva sulla forza di volontà, che quando è inarrestabile permette di superare anche i limiti, che altro non sono che barriere mentali che altri o noi stessi ci poniamo per gettare la spugna e non affrontare i piccoli o grandi problemi quotidiani.
Davanti al Colonnello Carlo Calcagni, davanti alla sua voce ferma e possente, desiderosa di far conoscere una verità scomoda, ma indispensabile da affermare, soprattutto per restituire dignità e valore a chi ha pagato un prezzo troppo alto nell’adempimento del dovere, davanti ai suoi occhi fieri, a tratti duri e capaci di incutere soggezione in chi gli è di fronte, ognuno dei presenti si è sentito piccolo.
Il Colonnello, “impoverito” dall’uranio che ha respirato nella guerra dei Balcani, ricco di un’umanità che ha visto e sentito un dolore che non urla, ha incantato la platea con parole profonde e riflessioni intense: ha raccontato della routine di un uomo che non molla, mai, in un equilibrio precario, in un gioco di incastri tra terapie, interventi, allenamenti, affetti privati e tanti ostacoli, riesce a vivere in equilibrio, un equilibrio molto precario, Pedalando su un filo, ma non è un filo qualunque, ma un filo d’acciaio, resistente agli urti ed ai colpi, difficile da spezzare.

“Mai Arrendersi”, ricordando però che anche il più forte, il più resistente ed il più resiliente degli uomini non si salva da solo, ma ha bisogno del sostegno, del supporto e dell’affetto dell’altro.

Con questo spirito, per ritemprarsi e recuperare linfa vitale, proprio come attraverso lo sport, indispensabile per vivere, il Colonnello continua ad incontrare volti, racconti di vita, cuori ed a cambiarne, in parte, la storia.

“Se si rimane gli stessi, prima e dopo aver letto un libro, quel libro è stato letto invano” (F. Kafka).

Dopo aver letto il libro e, soprattutto dopo aver avuto l’onore e il piacere di ascoltare il Colonnello Carlo Calcagni, ognuno si percepirà “diverso”, più ricco nell’anima e capace di dare un senso nuovo agli accadimenti della vita.

Pubblicato da edizioni24

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