Pd, rincorsa alle poltrone con bava alla bocca: traballano i posti di capogruppo di Malpezzi e Serracchiani

Quelli che se ne vanno e quelli che rimettono il mandato sul tavolo. Nella bizzarra “cerimonia del melograno”, momento clou del passaggio di consegne con Enrico LettaElly Schlein ha annunciato che «lavoriamo per la massima unità del partito», dovendo però incassare nella sua prima giornata da segretaria l’addio del centrista Giuseppe Fioroni e le dimissioni messe a disposizione dalle capogruppo a Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Un gesto, quest’ultimo, che si può leggere come un naturale atto dovuto o come il segnale che i nuovi inquilini del Nazareno si apprestano a dare pieno seguito a quell’Occupy Pd che è stato il trampolino di lancio della ormai “Elly nazionale”. La quale, nel suo nuovo ruolo, ha anche avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Se come gesto di “benvenuto” metterei a disposizione il mio mandato da capogruppo alla nuova segretaria del Pd? Posso parlare solo per me: è naturale che sia così. Con l’elezione del nuovo segretario troverei normale che venisse rimesso il mandato, lo avrei fatto anche se avesse vinto Bonaccini», ha detto Debora Serracchiani, intervenendo a TeleNord. «Con la vittoria di Elly Schlein si apre un nuovo capitolo, ma non lo definirei anno zero del Pd perché vorrebbe dire mettere da parte 15 anni di storia che sono stati importanti, rappresentativi e che hanno determinato il partito democratico e la storia di questo Paese. Lo definirei piuttosto – ha proseguito l’esponente dem – un nuovo inizio».

Malpezzi dal canto suo ha sostenuto che «io ho sostenuto Stefano Bonaccini ma da ieri sera Elly Schlein è la mia segretaria come degli altri che non l’hanno votata». «Ho apprezzato molto le parole con cui Stefano Bonaccini si è messo a disposizione perché noi facciamo così. Serve un lavoro di squadra: chi viene scelto dagli elettori deve essere il segretario di tutti perché noi crediamo in un Pd largo che sappia tenere dentro tutti», ha detto ancora a Sky. Anche lei sarebbe pronta a rimettere nelle mani della segretaria il suo incarico.

Ora resta da capire cosa succederà in questo Pd di nuovo corso? Si darà un segnale di unità, coerentemente con quanto dichiarato da Schlein, mantenendo i capigruppo in carica, benché espressione della componente uscita sconfitta dalle primarie, ma comunque maggioritaria nel partito, o si insedieranno capigruppo espressione della nuova segreteria? Tra i parlamentari Pd, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Adnkronos, circola voce che sarebbe in pole Francesco Boccia come nuovo capogruppo al Senato, mentre alla Camera si fanno i nomi di Chiara Gribaudo, Chiara Braga e Micaela De Biase.

L’idea sarebbe quella di lavorare «sul pacchetto completo» e con ogni probabilità prima di una settimana non se ne farà nulla. Anche perché c’è da sciogliere a monte il nodo dei rapporti con l’area Bonaccini. E, dicono nel partito, per definire il pacchetto completo «dipende molto da che tipo di accordo si fa con la minoranza e se si farà una segreteria unitaria o meno».

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