Pd, la Schlein va a Salerno e ignora De Luca. Tra i due è ormai gelo

Andare a Salerno e non incontrare Vincenzo De Luca è un po’ come – fatte le debite proporzioni – visitare Roma e non vedere il Papa. Esattamente quel che si appresta a fare Elly Schlein, di scena lunedì prossimo nel feudo incontrastato del governatore-sceriffo nell’ambito di un tour politico nel Sud. Uno sgarbo in piena regola, che segue altri più o meno simili e che bene rende l’idea dell’elevato grado di tossicità toccato dai rapporti tra la leader dem e il più irregolare del residuo manipolo (appena quattro) di presidenti di Regione targati Pd. All’origine del contrasto la scelta di De Luca di essersi schierato con Stefano Bonaccini alla primarie interne.

Un sostegno, il suo, si sarebbe detto un tempo, ventre a terra. E che ha coinvolto anche il figlio Piero, oggi traballante vicecapogruppo alla Camera, nei panni di coordinatore per il Sud della mozione congressuale riferita al governatore dell’Emilia Romagna. I risultati non sono mancati, con la significativa eccezione di Napoli dove a prevalere è stata sorprendentemente Elly. Nei restanti quattro capoluoghi, invece, le solite percentuali bulgare, anzi bielorusse, che hanno trasformato la Campania nel Deluchistan e il suo governatore in Delucashenko. L’intesa con Bonaccini ‘o Sceriffo l’aveva stipulata sul via libera al suo terzo mandato alla guida della Regione.

Un errore, di cui la Schlein approfittò per accreditare la propria immagine di candidata outsider osteggiata dai soliti apparati. In una competizione aperta anche al voto dei non iscritti non avrebbe potuto chiedere di meglio. Fu allora che la futura segretaria tuonò contro il terzo mandato, inimicandosi De Luca per l’eternità. Non contenta, gli ha commissariato il partito regionale nominando l’ex viceministro Antonio Misiani e lo stesso ha fatto con la federazione di Caserta, feudo di Gennaro Oliviero, presidente del Consiglio regionale, dove ha invece spedito Susanna Camusso. Dal canto suo, De Luca si è vendicato facendo sarcasmo sull’armocromista della segretaria. E siamo all’oggi, con la Schlein che scende da Roma a Salerno per non incontrare il governatore. Chi l’avrebbe mai detto…

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