“Party a luci rosse prima del funerale di Filippo”. Downing Street si tinge di rosso

Le feste scabrose a Downing Street, durante le restrizioni dovute alla pandemia, hanno scosso la Gran Bretagna al punto da far cadere Boris Johnson. Lo scandalo, però, non si è chiuso con le dimissioni dell’ormai ex primo ministro. Uno di questi party sarebbe avvenuto alla vigilia del funerale del principe Filippo, rivelazione che ha destato scalpore, un certo disgusto e una sensazione inquietante.

A Downing Street, il centro politico della Gran Bretagna, sarebbero avvenuti dei party a base di alcol e sesso durante il periodo di lockdown. Un evento indegno e senza precedenti: mentre i cittadini britannici rispettavano le restrizioni dovute alla pandemia da coronavirus, vivendo giornate difficili, dominate dall’incertezza, chiusi in casa, c’era qualche altra persona che, forse reputandosi al di sopra delle regole, avrebbe partecipato a festini di dubbia moralità, gettando infamia su un’intera classe politica e sulla stessa Downing Street.

Stando a quanto riportato da un’indagine di tv riportata anche da Il Corriere.it e dal Guardian, una di queste serate proibite si sarebbe svolta il 16 aprile 2021, poco prima del funerale del principe Filippo. Dettaglio su cui non si può sorvolare e che conferisce all’intera vicenda un’aura macabra.

Vi avrebbero preso parte diversi funzionari e membri dello staff di governo, festeggiando fino alle 4 del mattino. Il Corriere.it parla di una coppia che, dopo i preliminari in cucina, sarebbe andata in una camera buia da cui sarebbe riemersa “in stato confusionale” e di un’altra che si sarebbe diretta in un ufficio “con le luci spente”. Poi ci sarebbe stata l’ormai famosa “valigia di bottiglie di vino”, a quanto pare acquistate in un supermercato vicino. L’inchiesta di Itv parla, inoltre, di una fotocopiatrice “cosparsa di vino”, di “musica sparata a tutto volume da Spotify”, di persone ubriache e coppie che “si toccavano”. La sera del 16 aprile l’ex primo ministro era fuori Londra, ma questo non lo scagiona.

All’epoca dei fatti erano concesse solo riunioni di lavoro a Downing Street ma, stando alle indiscrezioni dei giornali inglesi, quelle feste tutto erano meno che incontri per discutere di politica. I partecipanti alle feste, poi, avrebbero persino tentato di occultare le prove di ciò che avrebbero fatto, ma Scotland Yard li multò per aver violato le norme relative al lockdown in sedi istituzionali. Sembra anche che Boris Johnson si sia vantato di uno di questi party, definendolo “il più non socialmente distanziato del Regno Unito”.

Tra l’altro l’ex primo ministro ha a suo carico un’inchiesta parlamentare: diverse volte, infatti, assicurò che nessuna regola sarebbe stata violata e che eventuali trasgressioni sarebbero avvenute a sua insaputa. Eppure, secondo l’indagine di Westminster e le scoperte di Itv, potrebbe aver mentito. Se ciò venisse appurato Boris Johnson verrebbe sospeso dal Parlamento e la sua carriera politica sarebbe seriamente a rischio.

La vicenda delle feste proibite risulta imbarazzante. A nulla sono servite le scuse che Johnson fece alla regina Elisabetta, durante una sessione di lavoro alla Camera dei Comuni, per la mancanza di rispetto alla memoria del principe Filippo. Anzi, lo Speaker Lindsay Hoyle lo richiamò ufficialmente, ricordandogli che, per prassi, il nome dei membri della royal family non dovrebbe essere pronunciato in quella sede.

Pubblicato da edizioni24

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