Partite Iva, dopo averli presi in giro, pure la beffa. Il governo non sente ragioni: “Non state peggio degli altri, pagate e basta, senza lamentarvi”

Le orecchie dei disonesti non sentono verità. Non solo Laura Castelli, che invita i ristoratori colpiti dalla crisi a cambiare mestiere. Ora ci si mette anche il viceministro Antonio Misiani, che in occasione del Tax day dice che “le partite Iva non stanno peggio degli altri”, quindi – è il ragionamento – paghino le tasse subito e senza lamentarsi. Parole che sono suonate come una dichiarazione ostile non solo alle categorie e all’opposizione, ma anche a parte della stessa maggioranza.

In questo Paese bisogna anche iniziare a dire che le imposte vanno pagate, perché servono a finanziare i servizi essenziali. E non credo che le partite Iva stiano peggio degli altri. Abbiamo già concesso rinvii, aiuti e sgravi, dunque presentarci come arcigni nemici dei contribuenti è una caricatura.

Ed è chiaramente strumentale da parte delle opposizioni“, ha detto Misiani in un’intervista a La Stampa. Dunque, per il governo il pressing per chiedere un rinvio delle scadenze fiscali non risponderebbe a una esigenza vera del Paese, ma solo a una scelta propagandistica dell’opposizione.

I primi a rispondere a Misiani, però, sono stati proprio gli organi di rappresentanza delle categorie. Confartigianato, Conflavoro Pmi, l’associazione dei tributaristi, il consiglio nazionale dei commercialisti, il Comitato unitario delle professioni e la Rete delle professioni tecniche, il think tank “Lettera 150”, guidato da Giuseppe Valditara, tutti hanno puntato l’indice contro l’inamovibilità del governo di fronte alla scadenza fiscale fissata per oggi, che chiede a 4,5 milioni di contribuenti di versare 8,4 miliardi di euro, come se nulla in questi mesi fosse accaduto.

Non solo, anche nella maggioranza le parole e i toni di Misiani sono stati giudicati inaccettabili. Italia Viva, infatti, per il tramite di diversi parlamentari ha parlato di “questione vera, drammatica inedita” trasformata da Misiani in “demagogia e populismo” (Davide Faraone); “dichiarazioni stravaganti e confuse che rischiano di alimentare tensioni sociali” (Francesco Scoma); intervento fatto “con leggerezza”, “controproducente e dannoso” (Silvia Fregolent).

E poi, sì, ci sono state anche le numerosissime critiche dell’opposizione, che da sempre denuncia la distanza abissale che divide questo governo dell’assistenzialismo da autonomi, professionisti, imprenditori e partite Iva. È stata Mara Carfagna a sottolineare che “le parole del viceministro Misiani nascondono il solito pregiudizio ideologico per cui i professionisti non meritano attenzioni particolari”, mentre Matteo Salvini ha parlato del mancato rinvio delle scadenze fiscali per le partite Iva come di “una follia”. “Siamo a disposizione con i nostri tecnici e i nostri avvocati a sostegno di chi sosterrà lo sciopero fiscale“, ha poi aggiunto il leader della Lega.

Per Giorgia Meloni, poi, “proprio in prossimità delle scadenze fiscali la maggioranza pentapiddina sta dimostrando tutto il suo profondo disprezzo nei confronti del mondo delle partite Iva“. “Prima con il viceministro Castelli (M5S) che ha liquidato in diretta Tv con disarmante nonchalanche l’intero comparto della ristorazione; ora con le inqualificabili affermazioni del viceministro dell’Economia Misiani (Pd), per il quale le partite Iva non starebbero peggio di altri, motivo per cui non hanno prorogato i pagamenti. Ma questi personaggi – ha chiesto la leader di FdI – si rendono conto di quello che dicono?Sanno in che condizioni si trovano i lavoratori autonomi e le piccole imprese italiane? È evidente – ha concluso Meloni – che la famosa potenza di fuoco del governo non era a favore degli imprenditori, ma contro di loro”.

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