By Gaetano Daniele
Non ci sta l’ex Grillino Gianluigi Paragone, alle affermazioni al vetriolo di Luigi Di Maio contro i presunti “nemici interni”. Le reazioni all’interno della polveriera, pronta ad esplodere del tutto, non si fanno attendere. In primis quella dell’espulso Gianluigi Paragone. Che commenta la parabola del Movimento: “Il destino è fare i fratelli minori nel centrosinistra per dividersi un pezzo della mappa del potere”. Il vero traditore sei tu, è in sintesi l’anatema.
“Non c’è bisogno della zingara per decriptare il futuro del Movimento: sarà una forza europeista e riformista, quindi inutile. E lo dico con dolore. Il famoso 33% non tornerà più perché non c’è più una offerta politica capace di illuminare le ingiustizie che il riformismo neoliberista ha generato”. Prosegue così la mazzata di Paragone, diventato una spina nel fianco del M5S subito dopo l’abbraccio mortale con il Pd. E’ stato il M5S di Di Maio a tradire le aspettative di molti italiani, spiega: “Le ingiustizie contro cui si scagliò il Movimento erano il prodotto malefico di una stagione tossica, tecnica e politica, dove le insegne del Pd erano costanti. Ora il Pd fa da fratello maggiore. Less is more, dicono gli inglesi. Di Maio ha dovuto scriversi un testo lungo un’ora per terminare una seduta psicanalitica, individuale e collettiva nello stesso tempo”.
Insomma per Paragone l’era M5s è terminata. Chi ha preso e ha guadagnato è stato bravo. Ma la politica, quella con la P maiuscola è altra cosa e gli elettori del M5s l’anno capito, molto bene.