Orrore e schifo alla Caritas: Don Nicola De Blasio, il prete anti-Salvini, in manette per pedofilia?

Don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento, è stato arrestato nove giorni fa, ma la notizia è tornata d’attualità in queste ore.

Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torinohanno infatti concluso un’operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all’esecuzione di 26 decreti di perquisizione e a indagare altrettanti soggetti, responsabili di detenzione e diffusione di materiale realizzato mediante sfruttamento di minori degli anni 18. Tre arresti in totale: in Piemonte, Campania e Puglia. Sequestrati migliaia di file.

Già dal mese di febbraio 2021 i poliziotti avevano attivato un servizio di monitoraggio su una piattaforma di messaggistica che vanta garanzie di ampio anonimato per gli utilizzatori, concentrando la propria attenzione su alcuni canali aperti, frequentati prevalentemente da utenti italiani.

Don Nicola De Blasio, c, ha già fornito ai magistrati la sua versione dei fatti. I file i suo possesso definiti “raccapriccianti” dagli inguirenti, «appartenevano a un dossier che il sacerdote stava raccogliendo nel periodo 2015/16 per documentare il fenomeno della pedopornografia nella Chiesa».  Il sacerdote ha quindi giustificato l’ingente somma trovata in suo possesso (170mila euro) come risparmi della parrocchia di San Modesto, di cui è parroco, per opere di ristrutturazione della chiesa.

Attraverso i suoi difensori, riporta un sito locale, don Nicola si è detto “dispiaciuto” per aver rovinato l’immagine della Chiesa, se pure “inconsapevolmente”: si sente un “prete finito” in quanto è stato sollevato dall’incarico come parroco della Chiesa di San Modesto, al Rione Libertà, e come direttore della Caritas.

Don Nicola De Blasio aveva fatto parlare di sè per le sue intemerate contro il decreto Salvini. Aveva invitato il presidente Mattarella a non firmare il decreto che incrementava la paura per migranti e sposava la posizione di Gino Strada. Il sacerdote campano aveva attaccato l’allora ministro dell’Interno di voler cavalcare la paura dei migranti, dicendosi addirittura preoccupato che avrebbe messo in pericolo la «capacità democratica del nostro Paese perché non viene assicurata la protezione umanitaria, e questo non è da Paese civile».

La vicenda ha destabilizzato la sinistra beneventana, da sempre vicina al prete pro-migranti. Oggi si scoprono tutti garantisti, se non addirittura innocentisti a prescindere, come Angelo Moretti, esponente di spicco della sinistra beneventana. «Don Nicola – ha scritto il consigliere comunale su Facebook – sa che questa è la strada ordinaria che tocca in sorte a persone controcorrente come lui. Ma non è solo stasera, siamo in tanti a gridare: forza Don Nik!».

Tuttavia, i capi d’imputazione restano pesantissimi. Così come il materiale raccolto nell’inchiesta che coinvolge il sacerdote sannita: contenuti definiti raccapriccianti dagli investigatori, ritraenti vere e proprie violenze sessuali in danno soprattutto di neonati. Spetta quindi alla magistratura fare chiarezza. Per tutti gli altri è più decente tacere.

Pubblicato da edizioni24

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