Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva salvato Mps, nazionalizzandola tra le polemiche: allo Stato l’operazione era costata 8 miliardi.
Oggi Padoan, “deputato semplice” del Pd, ha dato le dimissioni dal Parlamento perché diventerà presidente di Unicredit, uno dei colossi bancari europei. Conflitto d’interessi? Forse. Di sicuro, come riporta il Fatto quotidiano, il fatto che il Cda della seconda banca italiana guidata dal francese Jean Pierre Mustier sarebbe indicativo di clamorosi sviluppi futuri.
Padoan ha battuto la concorrenza di Claudio Costamagna e altri due ex ministri dell’Economia oggi banchieri, Vittorio Grilli e Domenico Siniscalco, oltre a Stefano Micossi, membro del cda e direttore di Assonime. Mustier avrebbe scelto Padoan perché “voleva una figura meno ingombrante” e l’ex ministro “è un nome a cui il cda non può dire di no e, da tecnico prestato da 20 anni alla politica, è noto per la sua incapacità di saper dire di no“, proprio come quando nel 2016 su pressione di Matteo Renzi silurò l’allora ad del Montepaschi Fabrizio Viola.
E tutte le strade riportano a Siena, perché secondo il Fatto Padoan da presidente di Unicredit dovrebbe convincere il ministro dell’Economia in carica Roberto Gualtieri, suo compagno di partito, a far cedere Monepaschi, di cui il Tesoro controlla il 68% proprio a Unicredit e a prezzo di saldo. Banche, risparmi degli italiani e politica: insomma, cambiano i nomi ma il canovaccio è sempre lo stesso.
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