Ora nei 5Stelle fanno a scaricabarile. Nel mirino finisce la pasionaria Taverna: “è tutta colpa sua”

È scattato puntuale e prevedibile il redde rationem in casa 5Stelle. Dopo il tonfo al primo turno delle amministrative è caccia al colpevole. I numeri usciti dalle urne sono impietosi. A Palermo, ex feudo grillino, il movimento non arriva al 7%, a Genova, città del fondatore, si ferma a un misero 5%, a Taranto è fermo al 4%. A Padova praticamente è inesistente con solo l’1,4%.

Il primo responsabile, non è un segreto, è il nuovo capo, l’ex premier Giuseppe Conte. Che, affaticato e smarrito, di fronte ai giornalisti non ha potuto dissimulare la sonora sconfitta. “I dati che emergono, aspettando i definitivi, non ci soddisfano. Non possiamo cercare giustificazioni di comodo”, ha detto ieri a caldo dalla sede pentastellata di Via di Campo Marzio a Roma. Tante le cause di una sconfitta annunciata, ma non in queste proporzioni

Conte la butta sui problemi logistici e sui ritardi dovuti a “resistenze interne sulle elezioni del Quirinale” e alla vicenda del Tribunale di Napoli. Insomma tenta goffamente di scaricare la responsabilità sul ministro degli Esteri grillino Di Maio. Ma in Parlamento è già scattato il processo a Conte. Nel mirino, come riporta il Giornale, Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde, Mario Turco. Ma soprattutto Paola Taverna, organizzatrice tutto fare.

“Dopo un anno ci sono dei responsabili, la Taverna ha gestito tutte le campagne elettorali e ora voglio vedere come la scaricano”, confessa un deputato grillino che vuole restare anonimo. Se la Taverna ha gestito le varie campagne elettorali, su Todde e Turco sono alla sbarra per i malumori sul territorio. La prima paga i problemi in Sardegna, il secondo sconta la Caporetto di Taranto.

A Turco brucia il 4% di Taranto, una miseria se confrontato con il 12% di cinque anni fa. Conte, poco originale, sta lavorando per tranquillizzare gli animi distribuendo un’altra tornata di cariche. Ma tra un anno saranno gli elettori a decidere il futuro di due terzi dei parlamentari. “L’esito del voto non comprometterà l’azione congiunta con il Pd”m assicura Conte. Ma nessuno gli crede. Sull’account M5S Roma spunta un tweet eloquente: “Adesso è ora di prendere coscienza che questa Alleanza con il Pd fa bene solo al Pd!”.

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