“Andrò casa per casa e faremo una bellissima campagna elettorale”. A parlare non è un esponente di Fratelli d’Italia o un deputato leghista. A pensare al voto anticipato è Giuseppe Conte. Scaricato, azzoppato, in bilico. L’avvocato ha già indossato i panni nuovi del capopolo. Dopo le prime consultazioni di Mattarella ha fiutato l’aria.
Insomma, sta già pensando alle urne. A un suo partito di fedelissimi. A una campagna elettorale con i fiocchi. Così, stando ai retroscena del Corriere della Sera, avrebbe confidato ai suoi le prossime mosse. Nessuna pensione, nessun rientro nelle aule universitarie. Conte a mollare la politica, che gli ha dato tante e insperate soddisfazioni, non ci pensa proprio.
Per ora ha chiesto ai suoi collaboratori di non parlare con i cronisti. Poi, dopo il no del senatore azzurro Luigi Vitale, avrebbe anche smesso di cercare i ‘responsabili-costruttori’. Infine ha risposto pan per focaccia a Renzi che al Colle si è guardato bene dal fare il nome dell’avvocato.
La difficile e lunga telefonata con Renzi è stata una mossa obbligata (forse da Mattarella). Ma Conte sapeva bene che non avrebbe portato un risultato politico. Malgrado dal suo staff è un coro unanime a non mollare, il premier dimissionario – racconta il Corriere – avrebbe smesso di credere nei miracoli. E’ assillato dai sospetti. L’algido Conte appare spompato. Ma pronto a vendere cara la pelle. E, se necessario, scendere in campo con una campagna elettorale. Ovviamente vincente.
Sa di avere dalla sua i grillini, più o meno compatti, ma non gli basta. Conte ter o elezioni anticipate? Se la prima ipotesi sta evaporando, il docente di diritto privato si prepara alle urne. “Andrò casa per casa, girerò tutta l’Italia”, dice ai suoi. “Raccoglieremo i fondi, anche solo un euro a cittadino. E faremo una bellissima, lunghissima campagna elettorale». Smentite le frasi ufficiali sul ritorno alla professione di un tempo.
Conte in queste ore sta pensando seriamente a costruire la sua lista elettorale, coccolato dai sondaggi che lo darebbero al 15 per cento. Cantiere aperto a Palazzo Chigi. Dopo le estenuanti telefonate e i faccia a faccia per comprare qualche responsabile qua e là, Conte volta pagina. Pensa, neanche a dirlo, a un pertito ‘serio’, ‘ popolare’, ‘europeo’. E candidarsi alla presidenza del Consiglio. Questa volta eletto dai cittadini. Sogni di un uomo ormai senza ossigeno. Ma tanto tanto ambizioso, vanitoso e pavone.